Oggi per Modena e per la Ferrari è lutto, anche nel mondo della Formula 1. È morto a Modena, all’età di 87 anni, Mauro Forghieri, ingegnere che ha militato a lungo nella scuderia del Cavallino ed è stato stretto collaboratore di Enzo Ferrari, nell’epoca d’oro di Lauda quando con la sua guida ha conquistato 7 mondiali.

Neo laureato, fu scelto dal Drake (appellativo di Enzo Ferrari, il Drago) per guidare il reparto corse delle Rosse all’inizio degli Anni Sessanta. Era un momento non proprio felice per la azienda del Cavallino, infatti il patron Enzo aveva licenziato in tronco i vertici del suo staff. Ma il giovane Mauro, fece il miracolo.

Per anni confezionò delle macchine a dir poco fantastiche. Per quelle della F1 di Lauda e Villeneuve e Scheckter, ma anche per le vetture che dominavano a Le Mans e a Daytona. A quei tempi la Ferrari correva ovunque e vinceva molto e Mauro non mancava di esprimeva la sua genialità.

È stato un propulsore e innovatore, dagli alettoni al cambio trasversale, grazie al suo ingegno ha sempre anticipato tutto e tutti sui tempi. È stato, anche e soprattutto, un uomo straordinario amato dai più e da tutti coloro che collaboravano con lui, molto benvoluto nell’ambiente lavorativo e nel sociale. 

Chi era Mauro Forghieri?

Nel 1959, appena fresco di laurea, Forghieri fu assunto subito dal reparto corse della Ferrari insieme al coetaneo Gian Paolo Dallara. Lo spostarono nel reparto che si occupava dello sviluppo dei motori, mentre l’amico Dallara fu impiegato nella progettazione dei telai: comunque i due lavorarono sotto la stessa direzione dell’ingegner Carlo Chiti.

Due anni dopo accade che Chiti fu licenziato e Dallara passò alla Maserati e Forghieri fu scelto da Enzo Ferrari come nuovo responsabile del Reparto tecnico per le vetture da corsa, dedicandosi principalmente alla F1 e alle vetture della categoria Sport Prototipo.

Uno dei primi incarichi riguardò la messa a punto della 250 GTO, con la modifica del ponte posteriore per migliorare la stabilità della vettura nei curvoni veloci.

Tra i prototipi si segnalano i sei successi nel Mondiale Marche (l’ultimo nel 1972) e l’arrivo in parata alla 24 Ore di Daytona del 1967. Nel ’69 il successo nel campionato europeo della montagna con la Ferrari 212 E.

Chi era Forghieri? gli anni delle vittorie in Ferrari

In F1 la prima vittoria arrivò al Gran Premio di Germania del ’63, con la Ferrari 156 F1-63 di John Surtees. Al termine della stagione 1964 Surtees, su Ferrari 158, fu campione del mondo, mentre la scuderia vinse il titolo costruttori.

Nel ’68, durante il Gran Premio del Belgio, l’ingegnere introdusse i primi alettoni in una monoposto, elementi destinati in breve tempo a rivoluzionare radicalmente la fisionomia di tutte le macchine da corsa. Esteticamente cambiarono l’auto ma praticamente influirono in modo efficiente sotto il punto di vista dell’ aerodinamica.

Negli Anni 70 progettò le fortunate vetture della serie 312 (in particolare le iridate 312 T, T2 e T4) con cambio trasversale, azionate da un propulsore a 12 cilindri “piatto”, che tra il 1975 e il 1979 portarono alla vittoria di quattro campionati del mondo costruttori di F1 e tre titoli piloti, due ottenuti con Niki Lauda e uno ottenuto con Jody Scheckter.

Agli inizi degli Anni 80 Forghieri introdusse in Ferrari i motori turbocompressi, progettando la serie 126 (126 CK, 126 C2, 126 C3 e 126 C4) con la quale la scuderia si aggiudicò il mondiale costruttori nelle stagioni 1982 e 1983. Sotto la sua guida la Ferrari ha vinto 54 Gran Premi, 4 mondiali piloti e 7 costruttori.

Chi era Forghieri? Le parole di Montezemolo

Con l’ingegnere Forghieri lui visse l’esperienza fantastica della serie 312, quando il modenese le progettò Luca Cordero di Montezemolo era agli inizi in Ferrari in veste di DS:

“Con Mauro Forghieri non solo scompare uno dei più grandi tecnici italiani, apprezzato in tutto il mondo, ma anche un amico e un collaboratore con cui ho condiviso anni meravigliosi e indimenticabili successi sportivi. Sono vicino alla sua famiglia e sentirò molto la sua mancanza”

La cittadinanza onoraria della sua Città natale Modena

Le parole di Gian Carlo Muzzarelli, sindaco al conferimento della cittadinanza onoraria Il 13 gennaio scorso, in occasione del suo 87esimo compleanno, in particolare per il suo contributo allo sviluppo della Motor valley:

“un’area dove la passione per la meccanica ha una lunga tradizione e in cui sono nate fabbriche di marchi automobilistici che hanno concorso a far conoscere il nome di Modena nel mondo”.

Le parole dell’ex ingegnere Ferrari al ricevimento della cittadinanza:

“Sono commosso, ricevere questo riconoscimento dalla mia città ha un valore assoluto. Durante la carriera ho avuto molte occasioni di andare a lavorare all’estero, ma ho sempre rifiutato perché avrebbe significato lasciare Modena. Anche quando mi sposto non perdo occasione di parlare della mia città, che amo profondamente e orgogliosamente, così come la amano tanti modenesi”.