Ginnastica, denunce di abusi psicologici sulle atlete. Ad aprire il caso era stato, negli scorsi giorni, lo sfogo di Nina Corradini, seguito da quello di Anna Basta e da un esposto presentato dalla madre di una “farfallina” a ChangeTheGame, associazione da anni impegnata in prima linea per proteggere atlete e atleti dagli abusi nello sport. “Come vi ho creato, vi distruggo” sono le parole che, stando alla donna, l’istruttrice era solita rivolgere a sua figlia, appena 13enne, e alle sue colleghe. Un sogno, quello della ginnastica, che per molte di loro si è trasformato in un vero e proprio inferno, fatto di continue violenze psicologiche.
Mia figlia ha sperimentato l’abuso emotivo, il bullismo e l’isolamento da parte della sua istruttrice – ha proseguito la donna -, riuscendo a parlarne solo dopo mesi con me. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte a tutte le compagne, allo scopo di demolirne l’autostima, a tal punto da farla smettere. Un cambio di atteggiamento repentino e traumatizzante da parte dell’allenatrice che è passata dall’incoraggiarla al dileggiarla, schernirla ed isolarla.
Comportamenti che, stando a quanto raccontato dalla donna, “non erano sporadici e coinvolgevano anche altre ragazzine, apostrofate con epiteti come ‘ippopotamo’, ‘vitello tonnato’ e ‘cinghiale'”. “Mai avrei immaginato che chi insegna sport potesse abusare del suo ruolo in modo così devastante”. Un racconto che ha acceso i riflettori sul disagio vissuto in palestra da molte ginnaste.
Ginnastica denunce di abusi psicologici sulle atlete: a parlare è anche l’ex campionessa olimpica Giulia Galtarossa
A parlare di abusi psicologici subiti nel mondo della ginnastica è stata anche Giulia Galtarossa, che dopo 10 anni ha rotto il silenzio sulle umiliazioni ricevute da parte dello staff della Nazionale Italiana. “Una volta – ha raccontato a Repubblica – le allenatrici fecero schierare tutte le compagne davanti a me, poi una di loro mi chiese di fare un passo indietro e di girarmi di spalle per far vedere quanto fosse grosso il mio sedere”. Oggi Giulia, che con le Farfalle ha vinto ben due Mondiali, ha 31 anni e nessun dubbio: “Se mi chiedessero di riconsegnare le medaglie vinte nella ritmica per riavere la felicità – dice – direi di sì. L’esperienza all’Accademia di Desio mi ha rovinato la vita”.
“Appena ho lasciato la ginnastica – ha spiegato – ho iniziato un percorso in un centro per i disturbi dell’alimentazione: mi hanno diagnosticato una sindrome da alimentazione incontrollata. Una malattia che ha condizionato la mia vita sociale, per tanto tempo non sono uscita di casa”. Eppure, già nel 2012, Giulia aveva parlato alle allenatrici del proprio disagio, pregandole addirittura di mandarla via. “Loro però hanno fatto leva sul mio senso di colpa – ha raccontato -, facendomi pesare il fatto che la Federazione avesse fatto degli investimenti su di me. In realtà avevano bisogno solo di una pedina in più. Mi hanno fatto il lavaggio del cervello, per tanto tempo ho pensato fosse colpa mia e credevo davvero di essere grassa e brutta. L’unica mia colpa invece è essere rimasta in silenzio fino a oggi”.
Il ministro dello Sport Abodi dopo l’incontro con Malagò: “Medaglie non coprono azioni sbagliate”
“La dimensione del fenomeno sportivo è importante, ma deve essere chiaro che basta un caso per avere la stessa attenzione di centomila. Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. Siamo praticanti di valori, non predicatori”, ha affermato il neoministro dello Sport Andrea Abodi al termine dell’incontro tenutosi questa mattina con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi, convocato per affrontare il tema delle denunce presentate negli scorsi giorni dalle atlete. “C’è un tribunale ordinario a Brescia e uno federale prontamente sollecitati – ha aggiunto poi il Ministro -. C’è una segnalazione e c’è un calendario certo. Quello che emerge andrà valutato, di sicuro il confine tra il rigore e lo sconfinamento è una linea sottile. L’allenamento della ginnastica presuppone una preparazione fisica di un certo tipo. Ma le cose bisogna dirle agli atleti nel modo giusto, altrimenti si va oltre”.