Listeria, nuovo sequestro da parte dei Nas. L’ultimo ritiro era stato quello del prosciutto cotto Sapor di Cascina, ad ottobre. Ora, dopo i controlli seguiti ad alcuni casi di intossicazione alimentare legati al batterio, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e il Ministero della Salute hanno accertato irregolarità in ben 335 strutture sparse sul tutto il territorio italiano. Si parla di 14 tonnellate di alimenti sequestrati, per un valore commerciale di circa 327 mila euro.
Listeria sequestro da 14 tonnellate dei Nas in tutta Italia
Quattordici tonnellate di alimenti irregolari, per un valore commerciale di 327 mila euro. È l’esito della campagna di controlli condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute congiuntamente al Ministero della Salute a seguito dei molti casi di intossicazione da listeria connessi al consumo di alimenti crudi o a ridotta cottura, finalizzata a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale.
L’indagine ha coinvolto, in particolare, 1.095 aziende di lavorazione e trasformazione degli alimenti esposti alla contaminazione da listeria – come i würstel e gli insaccati con stagionatura breve e prodotti similari, ma anche prodotti caseari a limitata maturazione e di gastronomia con farcitura fresca, come tramezzini e panini, rivolti alla vendita per la Grande Distrubuzione Organizzata e alle ditte di gestione dei distributori automatici -, ed ha riscontrato irregolarità in ben 335 strutture sparse su tutto il territorio italiano. Si tratta del 30% circa del totale delle strutture sottoposte a controllo; un numero preoccupante, che ha portato alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria e Sanitaria di 310 operatori del settore; 541, invece, le violazioni penali e amministrative contestate, per un valore di oltre 365 mila euro.
Tra le criticità maggiormente riscontrate, l’uso di materie prime scadute di validità e in cattivo stato di conservazione e la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti, elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi. Ma le indagini hanno anche permesso di scovare dei laboratori che producevano referti falsi sullo stato del cibo: si tratterebbe, secondo quanto riportato da Ansa, di due laboratori di analisi privati non autorizzati, che erano soliti attestare parametri analitici e microbiologici non veritieri, in quanto basati su analisi mai eseguite sugli alimenti. A scoprirli, i Nas di Palermo, che hanno disposto il fermo preventivo di 945 kg di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco è risultato contenere valori elevati di listeria.
Ma non si tratta dell’unico caso. A Modena sono stati sequestrati 7.000 kg di tranci di carne suina e bovina e semilavorati, invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione: c’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti. A Bari in un’industria di lavorazione carni sono stati sequestrati 1.800 kg di prodotti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità, mentre a Salerno e Catania sono stati 3.700 kg i prodotti lattiero-caseari ritirati, che stavano per essere commercializzati sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità.
Nella provincia di Savona è stato chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene. Sempre per precarie condizioni igieniche, ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa di riferimento, sono stati sequestrati a Ragusa 529 kg di salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti. Nella provincia di Napoli chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del “Bollo CE” e di riconoscimento produttivo. Si parla, in totale, di 23 imprese produttive e commerciali, il cui valore ammonta ad oltre 7 milioni euro, sottoposte a chiusura o sospensione.