Da monitorare con grande attenzione quanto sta accadendo intorno al 38° parallelo: Corea del Nord e Corea del Sud si sono infatti rese protagoniste di una serie di “scambi” di missili che aumentano l’irrequietezza della regione indo-pacifica.
Missili sopra la Corea del Sud, Pyongyang si giustifica
Scambio di missili tra Corea del Nord e Corea del Sud, di seguito le rispettive prospettive.
In un comunicato la Difesa di Seul conferma il lancio di tre “missili aria-superficie di precisione” che sono atterrati in acque “nemiche”. Una risposta alle esercitazioni effettuate da Pyongyang verso il Mar del Giappone negli ultimi giorni e nelle ultime ore. A scatenare la controffensiva sudcoreana è stato un lancio che ha lambito la città di Seokcho, primo avamposto del Sud oltreconfine. Un progressivo avvicinamento da parte del Nord non si era mai registrato finora e ha scosso persino il presidente Yoon, il quale ha catalogato le provocazioni di Kim come “invasione territoriale”.
Proprio in questi giorni si sta tenendo un’esercitazione militare congiunta a scopo difensivo tra Corea del Sud e Stati Uniti, non particolarmente gradita a Pyongyang che si è infatti giustificata bollando l’ultimo lancio come “avvertimento”. Alcuni portavoce di Kim hanno parlato di “esercitazioni aggressive e provocatorie”, rimarcando come la Corea del Nord è assolutamente pronta a reagire con tutti gli strumenti necessari in caso di attacco da parte del blocco occidentale. La minaccia si conclude con la promessa che se l’escalation di violenza dovesse degenerare, “Seul e Washington dovranno pagare il prezzo più orribile della storia“.
Il direttore generale dello Stato maggiore congiunto, Kang Shin-chul, ha rimarcato come un missile proveniente dalla Corea del Nord sia “caduto per la prima volta vicino alle acque territoriali sudcoreane a sud della Northern Limit Line” (il 38° parallelo, ndr). A dimostrazione di come l’area interessata, quella nordorientale di Seul, sia ultimamente oggetto di lanci continui, le autorità sudcoreane hanno emesso un avviso di evacuazione e di raid aereo nei pressi dell’isola di Ulleungdo.
Giappone spettatore interessato
L’operazione congiunta delle Difese, denominata “Vigilant Storm“, rappresenta infatti la più importante esercitazione occidentale nell’indo-pacifico nell’ultimo quinquennio. Data la natura speciale dell’addestramento, si prevede che vengano utilizzati strumenti moderni e tecnologici, con l’obiettivo di rispondere a tono alle ultime novità sul nucleare annunciate dalla Corea del Nord. Secondo quanto riferito precedentemente, i test dovrebbero concludersi nella giornata di venerdì.
Spettatore interessato di ciò che accade qualche centinaio di chilometri più a ovest, il Giappone mostra segnali di preoccupazione di fronte all’aumento di lanci missilistici da parte di Pyongang (“Una frequenza così elevata è intollerabile”, parole del primo ministro giapponese Fumio Kishida). Già in passato alcuni raid avevano sconfinato le acque territoriali di confine tra i due Paesi, motivo per cui anche Tokyo segue con apprensione gli sviluppi militari delle ultime ore.
A dimostrazione del clima poco sereno, il Giappone ha ufficialmente convocato il Consiglio di sicurezza nazionale, a causa della crescente tensione nella penisola coreana. Durante l’assemblea, come dichiarato dal portavoce del governo giapponese Hirokazu Matsuno, si parlerà anche di una possibile strategia difensiva.