Governo Meloni pensioni. Il governo di Giorgia Meloni lavora a un nuovo piano per le pensioni. Restano solo due mesi di tempo per intervenire, altrimenti dal 1° gennaio 2023 tornerà in vigore la legge Fornero.
Governo Meloni pensioni
Anche Salvini, che vorrebbe Quota 41 per tutti, è consapevole che dovrà mediare con gli altri partiti di maggioranza, in particolare con Fratelli d’Italia che lavora ad un nuovo anticipo tra 61 e 63 anni di età e 40-41 anni di contributi (con bonus per chi lavora oltre i 63 anni). L’Esecutivo vuole infatti disinnescare lo “scalone” della Legge Fornero a partire da gennaio, offrendo uno stipendio più alto a chi decide di restare al lavoro. La Lega invece pensa ad una quota 41 magari da 61-62 anni: proposta su cui lavorano i tecnici del partito che ipotizzano di recuperare risorse – ha spiegato il leader Matteo Salvini – attraverso una revisione del reddito di cittadinanza, mettendo “un periodo di pausa”. 41 anni di contributi per tutti, come prevede la norma originaria. Ma con legato un limite di età per limitare la platea di chi realmente ne potrà beneficiare.
Lega: “Sicuramente non tornerà la legge Fornero”
“Stiamo studiando un meccanismo di ristoro per il sistema previdenziale, sicuramente verranno rinnovate Ape Social e Opzione Donna e sicuramente dal primo gennaio 2023 non ci sarà alcun ritorno alla Legge Fornero. Poi presenteremo al ministro una serie di proposte e troveremo la soluzione migliore”. Sono le parole di Claudio Durigon, esponente della Lega, intervistato da Affaritaliani.it. La nuova ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha assicurato che sentirà anche le parti sociali, le quali hanno lanciato l’allarme sull’improvviso stop dei tre canali attualmente previsti (oltre a Quota 102 ci sono anche Opzione donna e Ape sociale), che porterebbe a un repentino aumento della soglia di pensionamento.
Opzione uomo
Un’altra possibilità, citata dalla premier Meloni, prevede una stabilizzazione di Opzione donna, da aprire anche agli uomini sempre con il ricalcolo contributivo dell’assegno che riduce in media gli assegni del 20-25%. in particolare Opzione uomo avrebbe una soglia di età più alta (fra i 60 e i 62 anni). Contraria pero sia la CGIL di Landini che non apprezza la riduzione dell’assegno e anche il Presidente dell’INPS Tridico che ricorda che opzione donna viene scelta da una bassa percentuale delle donne che potrebbero richiederla, ma ha anche ricordato che è la sola via, vista la spesa di 365 miliardi nel solo 2021.