La norma anti-rave approvata dal neo insediato governo Meloni sta facendo tanto discutere. Il testo, infatti, dovrebbe andare a colpire tutte quelle feste organizzate illegalmente (i rave appunto) che, soprattutto nell’estate 2020, hanno dato un gran da fare alle forze dell’ordine, con l’ultimo in ordine di tempo quello organizzato a Modena. A preoccupare, però, è il termine “raduni pericolosi”, con il rischio che la norma in questione possa allargarsi anche alle manifestazioni “scomode”.
Le reazioni di Giuseppe Conte alla norma anti-rave
“Una norma da Stato di Polizia”, è stato questo il commento del presidente del M5S, Giuseppe Conte sulla nuova norma ‘anti-rave”. Per lo stesso Conte era necessario andare a colpire eventi organizzati senza l’autorizzazione delle forze dell’ordine, ma la pena che dovrà essere applicata risulta essere troppo pesante.
“Nel decreto-legge adottato ieri dal Governo compare una nuova fattispecie di reato. Premetto che io stesso, nel mio post di ieri avevo aperto ad azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell’illegalità per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell’incolumità degli stessi partecipanti. Ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante. Viene punito, sino a 6 anni, chi promuove, ma anche chi partecipa a un raduno che comporti invasione di edifici o terreni e coinvolga un numero superiore a 50 persone e dal quale può derivare un pericolo per l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
Il leader del Movimento ha poi proseguito dicendo che il nuovo governo ha applicato una mossa senza precedenti e che punisce i giovani in primis. In particolare Conte ha parlato della pena, definendola fuori luogo e troppo pesante, dal momento che sarebbe maggiore rispetto ad altri reati ben più gravi.
“L’intera struttura del reato appare basata su un pericolo del tutto remoto con il risultato che la medesima offensività della condotta, già in ipotesi, risulta fortemente attenuata. Peraltro non ha precedenti nel nostro ordinamento un reato plurisoggettivo necessario che colpisca più di 50 persone riunite. Senza dire dell’arbitrarietà di questo numero. La punizione è del tutto abnorme. Il Governo dimostra la sua totale intolleranza per i nostri giovani che si riuniscono in campagna o in un edificio sino al punto di punirli con una pena superiore a quella prevista per i reati pur gravi di pubblici funzionari che alterano le gare pubbliche o per il reato di frode nelle pubbliche forniture che viene commesso, ad esempio, da chi fornisce cemento armato depotenziato, all’origine del crollo di ponti e scuole”.
In conclusione l’ex premier ha parlato di ciò che si sarebbe aspettato dal nuovo governo, ossia di mosse per il caro bollette ed in generale per i prezzi delle materie prime con cui tantissime famiglie italiane stanno facendo i conti, ma di certo non una norma del genere, reputata molto vicina a quelle del regime fascista.
“In conclusione questa norma non ha nulla a che vedere con il diritto penale. Questa norma è un docile strumento che, per la sua genericità, consentirà un esercizio discrezionale alle autorità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico. Si applicherà anche ai raduni negli edifici, quindi nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università. Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo. Abbiamo invece una esibizione muscolare di un governo impregnato di una ideologia iniquamente e soverchiamente repressiva. Questa è una norma da “stato di polizia”. La Meloni ha dichiarato di non avere simpatie per il regime fasciste. Ma la sua cultura non è distante. Ci batteremo per contrastare questa deriva con tutte le nostre forze”