Elon Musk ha deciso di tornare sui suoi passi, con le spunte blu di Twitter che non saranno più a pagamento. La scelta del miliardario sudafricano, infatti, ha riscosso non poche critiche, costringendo di conseguenza lo stesso Elon ha fare marcia indietro almeno per ora. Non è escluso che prossimamente la decisione possa essere ritirata fuori o che si possa optare per un nuovo piano di abbonamenti.
Elon Musk e il dietrofront sulle spunte blu per Twitter
Elon Musk è da poco divenuto il nuovo proprietario del social network Twitter al termine di una lunga serie di trattative. Forte della sua nuova posizione, il patron di Tesla ha proposto di introdurre una tariffa mensile pari a 20 dollari per poter utilizzare la spunta di verifica sul social dell’uccellino azzurro. A seguito però delle reazioni negative da parte dell’utenza, Elon Musk sembra averci ripensato, la spunta di verifica resterà a pagamento, ma la tariffa da versare sarà sensibilmente ridotta. Questo fatto ha però scatenato l’ira del social network e la rivolta di gran parte dei profili verificati, tra cui anche Stephen King, celebre scrittore di romanzi horror.
A questo tweet al vetriolo, Elon Musk ha risposto affermando che anche loro devono “pagare le le bollette in qualche modo” e che “Twitter non può vivere solo di pubblicità”. Da ultimo, il nuovo proprietario di Twitter si è aperto all’ipotesi di abbassare il prezzo dell’abbonamento da 20 dollari al mese a 8 dollari. La spunta di verifica, utilizzata non solo da Twitter ma anche da altri social network come Facebook o Instagram, non è altro che un piccolo badge apposto accanto al nome utente che serve a distinguere il profilo da tutti gli altri, così facendo si riducono i rischi che i profili fake che imitano i quelli degli influencer possano raggirare ignari utenti.