Come un fulmine a ciel sereno la Russia punta il dito contro il Regno Unito quale responsabile dei sabotaggi ai gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico accaduti lo scorso 26 settembre.

Sul caso sono attive due inchieste parallele da parte di Svezia e Danimarca, che si contendono le acque in cui è avvenuta la fuoriuscita di gas, mentre Mosca aveva fatto sapere di avere le prove che smascherassero le responsabilità dell’Occidente.

Nord Stream, Ue al fianco del Regno Unito

Con il probabile obiettivo di distogliere l’attenzione dal dossier sul grano, la Russia contrattacca e accusa il Regno Unito di essere la mente che ha architettato il duplice sabotaggio ai gasdotti Nord Stream poco più di un mese fa.

Il portavoce del Cremlino Peskov ha dichiarato che “queste azioni non possono essere lasciate passare” e che la Russia sta studiando i prossimi passi. I destinatari dell’accusa sono “specialisti militari britannici”, a cui viene inoltre contestato anche un attacco alla base della flotta russa sul Mar Nero a Sebastopoli. Per la Russia quanto accaduto sul Baltico è “un attacco terroristico ad un’infrastruttura energetica internazionale”, in quanto riferisce direttamente anche l’Europa. E pertanto, Mosca si attende che anche i Paesi europei prendano posizione contro le azione compiute da Mosca.

Una brutta grana per il neo premier Rishi Sunak, il cui ufficio ha diramato una nota in cui etichetta le illazioni russe come “manuale di distrazione dalla realtà”. Già ieri il ministro degli Esteri, James Cleverly, aveva rinfacciato a Mosca di essere “sempre più staccata dalla realtà” e di voler solo “distrarre l’attenzione” dai propri presunti “fallimenti sui campi di battaglia”. 

Anche l’Ue sostiene la posizione di Londra e definisce “infondate” le accuse del Cremlino, ricordando che le indagini non sono ancora concluse. In conclusione, la dichiarazione della Commissione Ue tiene a ricordare che “negli ultimi tempi solo la Russia ha usato l’energia come arma“.