Stroncata netta sui rave party. Il nuovo governo li mette fuori legge predisponendo aspre sanzioni contro i trasgressori: confisca degli oggetti utilizzati durante l’occupazione, reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro. Queste le nuove norme penali per i rave party, introdotte dall’apposito decreto legge approvato, ieri, in Consiglio dei Ministri. Il decreto legge modifica l’articolo 633 del codice penale. Un provvedimento divisivo che da una parte trova il plauso di alcune sigle sindacali vicine agli agenti di polizia, dall’altra trova malcontento in quel pezzo di opinione pubblica che si vede violata nell’intangibile sfera delle libertà personali. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato così:
Inizialmente, si era pensato di intervenire con un’aggravante per un reato che già esiste, ‘invasione di terreni ed edifici’, ma poi abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo perché non volevamo che questo si inserisse nella fattispecie dei reati contro il patrimonio, volevamo fosse un reato contro l’incolumità pubblica. Lo Stato c’è e non si fa mettere i piedi in testa. Voglio ringraziare il ministro Piantedosi per la sua celerità, ha dato il segnale di uno Stato che non ha voluto mostrarsi inerte di fronte all’illegalità e che vuole rispondere immediatamente. Ci aspettiamo che questa norma uniformi l’Italia alle altre nazioni. L’impressione che ha dato il nostro Paese è stata quello del lassismo rispetto alle regole. Così interveniamo con efficacia. Il segnale dato può essere un deterrente per chi vuole venire in Italia e devastare aree protette organizzando manifestazioni illegali
Stop ai rave party: le reazioni delle opposizioni
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte di chi si trova all’opposizione della maggioranza di centrodestra. Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, ne fa una questione, oltre che di lesione delle libertà individuale, giuridicamente mal interpretata. Così ha commentato sui social:
Il Governo ritiri il primo comma dell’art 434bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione
Gli fa eco Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci di area dem, che riporta anche un aneddoto personale riportandolo al caso attuale:
Nel 93’/94′, da rappresentante d’istituto, guidai per tre giorni l’occupazione e l’autogestione. ‘Jurassic school’ era il movimento studentesco, uno dei momenti più formativi ed entusiasmanti per tanti studenti come me. Oggi con Meloni saremmo condannati a 6 anni di carcere
Secondo la Senatrice Valeria Valente, anch’essa del Pd, il governo avrebbe già smesso di vestire le sue foglie di fico e starebbe ora mostrando il suo vero volto conservatore e di destra. Su Facebook ha commentato:
E così ecco norme su rave e assembramenti di cui francamente non si sentiva il bisogno (ne è prova la possibilità di chiudere un rave come quello dell’altro giorno a Ravenna senza tensioni o incidenti) che rischiano di limitare fortemente le libertà di tanti ragazzi e realtà associative. Ecco il pericoloso rinvio dell’intera riforma del processo penale che, se da un lato accoglie legittime preoccupazioni organizzative degli uffici giudiziari, dall’altra mostra il vero impianto della destra contrario a rimettere al centro la funzione rieducativa della pena e la dignità della persona
Si era fatto sentire, anticipando il timing, anche Giuseppe Conte. Il Presidente del Movimento 5 Stelle, attualmente simbolo dell’opposizione più dura al nuovo governo, aveva scritto della legge sui rave party in un post di ieri mattina. Prima che il Consiglio dei Ministri svolgesse i suoi compiti. Così Conte in un passaggio del suo post:
Dopo la ribalta mediatica assunta dal rave party di Modena, leggiamo da indiscrezioni giornalistiche che il ministro Piantedosi dovrebbe presentare oggi in CdM un decreto per tracciare la nuova linea di “fermezza e rigore” in materia di sicurezza e ordine pubblico. Ben vengano azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell’illegalità, ma allo stesso modo ci aspettiamo dal titolare del Viminale e dal Governo una parola chiara sulla sfilata delle duemila camicie nere di Predappio, dove inni fascisti e braccia tese hanno evidenziato – qualora ve ne fosse bisogno – la labile linea di confine che divide la “nostalgia” dall’”apologia”.
Riccardo Magi, Presidente di Più Europa e deputato, considera pericolosa la nuova norma. Le sue parole:
Meloni abusa della decretazione d’urgenza e introduce una nuova fattispecie penale per ‘dare un segnale’ contro i rave party. Leggendo la norma si scopre essere molto più generica, applicabile nei casi più disparati e con grande discrezionalità. È inaccettabile e pericolosa
E poi c’è il Terzo Polo
Più ambiguo, confermando l’intenzione di voler riempire quello spazio politico che sta al centro tra il governo e l’opposizione circa, il Terzo Polo. Il leader Carlo Calenda l’iniziativa come “Condivisibile”. Così in un post:
Il nome del reato “invasione” è piuttosto surreale, ma per il resto è un’iniziativa condivisibile. Lo Stato non può rimanere spettatore di eventi illegali e pericolosi.