Chi è Giuseppe Antoci. Giuseppe Antoci è stato per anni presidente del parco dei Nebrodi, che ha contribuito a liberare dalla mafia rurale con un protocollo che oggi è legge nazionale.

Chi è Giuseppe Antoci

Giuseppe Antoci nasce a Santo Stefano di Camastra l’11 gennaio 1968. Laureato in Economia e specializzato in attività bancaria e finanziaria, è diventato bancario.  Si è candidato al Senato alle politiche del 2013; poi successivamente è stato Presidente del Parco dei Nebrodi e dal 30 marzo 2014 è coordinatore regionale della Federparchi siciliana.

Antoci introduce un protocollo per l’assegno degli affitti dei terreni che prevede la presentazione del certificato antimafia anche per i bandi inferiori a importi di 150 mila euro, un danno per i truffatori che spremono milioni di euro alla Comunità Europea. Diventa più difficile far lievitare artificiosamente il numero dei tori o delle giumente per incassare contributi, la mafia rurale dei Nebrodi è costretta a ricorrere ai prestanome e ai favori di amministratori complici.

Il protocollo Antoci viene esteso in tutta la Sicilia, recepito dal nuovo codice antimafia e applicato in tutta Italia. Giuseppe Antoci comincia a ricevere premi e riconoscimenti. Antoci entra però nel mirino della mafia: prima con “semplici” minacce, per cui gli viene affidata una scorta. Poi si passa ai fatti: un attentato alla sua vita che però fallisce.

Il maxi processo contro la mafia dei Nebrodi

Novantuno condannati 10 assolti: si è concluso così il processo sulla cosiddetta mafia dei Nebrodi, celebrato davanti al tribunale di Patti, nel Messinese. Un maxiprocesso che ha portato a condanne per circa sei secoli di carcere e al sequestro di beni per circa 4 milioni di euro. Il presidente del collegio ha impiegato 35 minuti per leggere il dispositivo. Il ‘maxiprocesso Nebrodi’ e’ il risultato della imponente operazione condotta contro il clan dei pascoli dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, scattata il 15 gennaio 2020 con 94 arresti (48 in carcere e 46 ai domiciliari) e il sequestro di 151 imprese, conti correnti e rapporti finanziari. Al centro gli assetti dei clan tortoriciani, ma anche il business dei contributi comunitari in agricoltura concessi dall’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura

Il commento di Antoci

“E’ un momento importante. Abbiamo fatto quello che andava fatto, abbiamo superato il silenzio e abbiamo fatto capire che i fondi europei dovevano andare solo alle persone per bene e non ai capimafia”. Lo ha detto Giuseppe Antoci dubito dopo la lettura della sentenza che ha concluso il cosiddetto Maxiprocesso alla mafia dei Nebrodi. Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, ha denunciato gli interessi dei clan messinesi sui fondi europei. “La lotta alla mafia non si può fare solo con la repressione ma va fatta ogni giorno”, ha aggiunto.