Il Governo Meloni continua a nutrire la fiducia di Matteo Renzi che a proposito del nuovo assetto politico dell’Italia si è detto fiducioso anche in virtù di una continuità con quanto iniziato da Mario Draghi. Il leader di Italia Viva ha infatti dichiarato di non voler lasciarsi andare a giudizi frettolosi in merito all’operato della nuova premier anche perché sarebbe troppo superficiale. Ecco il suo commento:

Mi sembra un dovere civile. Viviamo in un mondo sempre più complicato e diviso come dimostra anche l’ultima campagna elettorale brasiliana. C’è un tempo per fare campagna elettorale e un tempo per governare. Se la Presidente Meloni farà bene, saremo contenti. Noi comunque siamo e saremo all’opposizione, come è giusto che sia. Pensare di giudicare un governo dalla prima settimana è superficialità. Sull’ordine pubblico bene lo sgombero del rave party ma siamo ancora all’inizio. I fatti di questa settimana meriterebbero una riflessione più approfondita. Il dramma di Assago con il killer che colpisce le vittime perché non sopporta la loro felicità, il carabiniere che uccide il suo capo: ho l’impressione che in questo Paese ci sia una sottovalutata emergenza legata alla salute mentale che è esplosa dopo il Covid e che ritroviamo in molte altre nazioni.

Poi, un commento riguardo alle mosse di Giorgia Meloni che a detta di alcuni mostrano continuità con il governo Draghi:

Quello che qualcuno prima o poi dovrà pubblicamente riconoscere è che Draghi ha fatto bene al Paese. E chi come noi ha lavorato per cacciare Conte e mettere Draghi può andarne orgoglioso. Meloni ha fatto opposizione a Draghi ma sarà la prima a difenderne l’eredità economica. Non lo farà per scelta ideologica ma perché ne ha bisogno.

Governo Meloni, Matteo Renzi commenta il nodo Giustizia e il futuro del Pd

Passando ai temi più sensibili di questo governo, un primo spunto di analisi riguarda il nodo Giustizia che negli ultimi giorni sta tenendo banco a proposito del rinvio dell’entrata in vigore della riforma Cartabia. Matteo Renzi ha parlato di questo ed anche della scelta di Nordio come Guardasigilli:

Credo che Nordio alla giustizia sia la migliore scelta del Governo. Ma giudicarlo dopo una settimana è più ridicolo che banale. Le questioni della giustizia richiedono tempo e scelte coraggiose. Vedremo se il Guardasigilli sarà all’altezza della sua fama e delle aspettative che ha suscitato: io sono molto ottimista al riguardo. Le due norme di ieri servono sostanzialmente solo a guadagnare tempo. La partita vera si giocherà nei prossimi mesi.

Infine, un tuffo al “passato” guardando al Pd ed al prossimo Congresso in cui Nardella sembra poter dire la sua per la segreteria dei Dem:

Non seguo un dibattito che non c’è. Se Letta avesse fatto un accordo con noi o senza di noi con i Cinque Stelle oggi non ci sarebbe un governo Meloni. Questo tema è stato totalmente rimosso. Nessuno chiede conto al gruppo dirigente di un errore storico che ha prodotto la maggioranza più a destra della storia repubblicana. Ma tutti attaccano noi mentre nel frattempo Conte si sta mangiando ciò che resta dei dem. Non c’è un’analisi sul voto degna di questo nome, ma solo la conferma di un gruppo dirigente che tutte le mattine si autoconsola e giustifica. E non c’è un dibattito sul rapporto tra lavoro e reddito di cittadinanza, politica e populismo, europa e sovranismo. C’è solo un dibattito sui nomi. E i nomi vanno bene tutti. Dario Nardella è un amico, Stefano Bonaccini è un amico, Antonio Decaro è un amico. Ma per essere considerati credibili devono tutti parlare male di me. Mi ha fatto molto ridere Nardella, un paio di settimane fa a casa mia. Mi ha detto: “Matteo, lo so, a Firenze hai il 15%, meriteresti il secondo assessore. Ma non posso dartelo altrimenti mi indebolisco per il congresso del Pd perché se si ricordano che sono amico tuo poi mi fanno la guerra”. Ecco, se questo è il livello della discussione lascio loro tutti i posti e mi tengo la politica.