Perché i crisantemi sono i fiori dei morti? E’ una delle curiosità che gli utenti cercano su internet. Il 2 novembre è il giorno dei morti ed è una delle tradizioni più sentite dagli italiani. E’ usanza recarsi al cimitero per rendere omaggio ai propri defunti e abbellire le lapidi con i fiori. La scelta molto spesso ricade sui crisantemi ed è per questo che vengono accostati al lutto e alla morte. In realtà l’abitudine di solo in Italia perché nel resto del mondo i coloratissimi crisantemi hanno un significato gioioso. Da noi il crisantemo è il fiore dei morti, per tutti gli altri è la margherita dai 16 petali e viene regalato in occasioni di felicità e convivialità. Nei paesi dell’estremo Oriente è estremamente positivo: compare in matrimoni, comunioni e addirittura compleanni e rappresenta il fiore ufficiale del Giappone in onore del quale viene anche celebrata una festa. Nel Regno Unito si regala per felicitarsi per una nascita, in Australia per la festa della mamma, mentre negli Stati Uniti simboleggia la gioia e la positività.
Perché i crisantemi sono i fiori dei morti?
Il motivo per cui in Italia il crisantemo è diventato sinonimo di “fiore dei morti” è dovuto alla sua stagionalità: fiorisce a novembre, proprio in concomitanza con le celebrazioni della festa del Giorno dei Morti. Il crisantemo può assumere le forme più svariate: può assomigliare a un piccolo pompon, con la corolla più o meno grande, piatti o a margherita e presenta tantissime sfumature. Cambiando il colore, muta anche il significato nel linguaggio dei fiori. Se il crisantemo è bianco simboleggia verità e dolore, un cuore triste che va curato. Se è giallo, testimonia un amore trascurato e viene regalato per farsi perdonare qualcosa. Se, ancora, è rosso, ovviamente equivale a una dichiarazione d’amore. Il verde indica salute e vitalità. Infine, un crisantemo viola significa semplicemente buon augurio.
Crisantemi, in vaso o al mazzo: fiore più acquistato
Gli italiani tornano nei cimiteri con piante e fiori da porgere in dono ai propri defunti per un totale di 3,5 milioni di crisantemi acquistati assieme a molti altri fiori e piante Made in Italy. E’ quanto stima la Coldiretti per il ponte di Ognissanti e dei morti, una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale, con oltre 30 milioni di uomini e donne che fanno visita ai cari scomparsi. Il crisantemo continua dunque ad essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua bellezza e lunga durata, anche se non manca chi fa scelte alternative. La sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi al dettaglio possono variare tra 1,50 a 3 euro per i crisantemi e possono arrivare a oltre 20 euro se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all’aumento fino al 20% per acquisti last minute.
2 novembre festa dei morti. Crisantemi, al cimitero i fiori più diffusi ma nel resto del mondo significa gioia
I crisantemi si possono acquistare come steli recisi e in vaso nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo, anche in ciotola nella nuova forma a “cuscino rotondo”, e nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza di quest’anno che vanno dal viola scuro al prugna fino ai colori “bruciati” in genere. La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che – spiega la Coldiretti – occorre “programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. Il crisantemo o fiore d’oro (dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore) viene coltivato in Cina ben cinque secoli prima di Cristo. In Europa, i primi crisantemi furono diffusi alla fine del 1700, prima in Francia, poi in Italia, e in Inghilterra. In principio era una vera rarità esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga. Se in Italia il crisantemo ci ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – conclude la Coldiretti – è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace.