Il Congresso Pd è ancora lontano ma all’interno dei dem c’è già chi come Dario Nardella pensa già alle mosse per risollevare il futuro del partito. Il sindaco di Firenze ha infatti rilasciato una lunga intervista in cui ha raccolto tutti i temi principali riguardanti il Partito Democratico, senza tirarsi indietro sulle possibilità di prendersi la guida della segreteria nazionale al posto di Enrico Letta.
Procedendo con ordine, il primo quesito sottoposto a Nardella verteva più sulle difficoltà di risollevare le sorti di un partito sempre più in crisi:
Io vedo un rischio serio in questo congresso. Uno scontro radicale basato solo sulla scelta del segretario può riprodurre un vecchio vizio, cioè quello di cambiare leader senza cambiare il partito, attraverso una lotta di potere che sa di resa dei conti tra la destra e la sinistra del partito alla fine della quale chi perde va via e chi vince occupa tutto. Questa volta sarebbe mortale per il Pd. Dobbiamo sforzarci di condividere un sistema di valori e strategie che promuova un vero pluralismo di idee e culture, su cui possiamo innestare un confronto anche acceso e trasparente, ma non distruttivo.
Insomma, una scelta che secondo Dario Nardella dovrà essere ponderata per il bene comune e non solo studiata a tavolino per una questione di nomi. Naturalmente, nel “pentolone” dei candidati non poteva non esserci proprio il sindaco di Firenze che a proposito della possibilità di vederlo presto leader del Pd ha dichiarato:
L’attesa è lunga se stiamo con le mani in mano, se facciamo un’opposizione claudicante e se ci teniamo il lutto della sconfitta. Dobbiamo spendere queste settimane per aprirci alla società civile, alle forze civiche, ai giovani, ai territori, mettendo al centro le idee. Per un obiettivo del genere secondo me i sindaci e gli amministratori locali sono decisivi. Io sono impegnato per questo. Sulla mia eventuale candidatura mi pronuncerò quando sarà il momento. Ogni cosa a suo tempo.
Verso il Congresso Pd, Dario Nardella: “Dobbiamo recuperare credibilità”
Passando ai temi del presente, Nardella è stato molto chiaro nel sottolineare le complessità che hanno generato un allontanamento da parte dei sostenitori del Partito Democratico; secondo il sindaco di Firenze c’è un tema legato alla credibilità che non può essere preso sottogamba:
Le cause della nostra sconfitta vengono da lontano. Non abbiamo coltivato a sufficienza il legame con le città e i territori, dove la sinistra è stata vincente e innovatrice. Il Pd è apparso troppo autoreferenziale e influenzato dal potere, che in 13 anni di governi lo ha consumato. Dobbiamo recuperare credibilità promettendo le cose che poi facciamo davvero, tornando con umiltà nelle periferie del Paese, dove c’è più sofferenza, diseguaglianze, insicurezza, disoccupazione.
Infine, una battuta sul comportamento del Governo Meloni dopo i primi giorni di insediamento:
Questo governo di destra è partito con alcune scelte molto nette: dall’ammissione del personale No vax negli ospedali all’eliminazione delle sanzioni ai non vaccinati. C’è un messaggio preciso dietro queste azioni: quello di sostituire la libertà e la legalità con il menefreghismo e l’individualismo esasperato. Abbiamo una prateria davanti per fare un’opposizione che si occupa di sanità, di promozione del lavoro in tutte le sue forme, dal ruolo delle imprese ai lavoratori dipendenti, a chi un lavoro non lo ha. È indicativo che mentre gli italiani si preoccupano delle bollette, il governo pensa ad alzare il tetto del contante.