Dopo la strage è il momento delle indagini per stabilire la dinamica e le colpe di ciò che è avvenuto a Seul pochi giorni fa, quando una ressa durante la festa di Halloween ha causato oltre 150 vittime nel quartiere di Itaewon.
Il capo della Polizia sudcoreana ha ammesso che nonostante gli allarmi su possibili resse durante la serata ci sia stato un dispiegamento di forze dell’ordine insufficiente: 137 agenti a fronte di 100.000 persone mentre per un’altra manifestazione i poliziotti schierati erano stati 6.500, con un numero di partecipanti però molto inferiore, 25.000.
Ci sono state diverse segnalazioni alla polizia che indicavano la gravità del sito appena prima che si verificasse l’incidente, una grande folla si era radunata anche prima che si verificasse l’incidente, indicando l’urgenza del pericolo.
Sempre Yoon Hee-keun ha spiegato che in ogni caso la risposta delle forze dell’ordine non è stata adeguata, e le informazioni ricevute insufficienti.
Le scuse del ministro dell’Interno e della sicurezza dopo la strage di Seul
“Mi scuso profondamente con le persone che il recente incidente è avvenuto nonostante lo Stato abbia infinite responsabilità per la sicurezza delle persone”
Così Lee Sang-min, dopo le pressioni dei media che continuavano a ribadire l’inadeguatezza dell’intervento della polizia e delle altre agenzie di governo, incapaci di controllare la folla a Itaewon.
Lee Sang-min ha anche detto che la Corea ha bisogno di migliorare urgentemente il sistema di gestione sulla scia del disastro un quanto “la sicurezza delle persone è importante, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un organizzatore di eventi”.
Ha richiesto lo sviluppo di “capacità digitali all’avanguardia” sebbene Seul disponga già di un sistema che monitora i dati dei telefoni cellulari per andare a prevedere il concentrarsi di folle anche se, secondo i media locali, sabato non era stato attivato.