Il varo della norma contro i rave party coincide con la pacifica soluzione della vicenda di Modena, dove migliaia di giovani si erano dati appuntamento in un magazzino abbandonato per un raduno non autorizzato.  “Inizialmente, si era pensato di intervenire con un’aggravante per un reato che già esiste, ‘invasione di terreni ed edifici’, ma poi abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo perché non volevamo che questo si inserisse nella fattispecie dei reati contro il patrimonio, volevamo fosse un reato contro l’incolumità pubblica” ha detto il premier, Giorgia Meloni.

Lo Stato c’è e non si fa mettere i piedi in testa. Voglio ringraziare il ministro Piantedosi per la sua celerità, ha dato il segnale di uno Stato che non ha voluto mostrarsi inerte di fronte all’illegalità e che vuole rispondere immediatamente. Ci aspettiamo che questa norma uniformi l’Italia alle altre nazioni” ha aggiunto ricordando le polemiche che ci sono state in passato sul rave di Viterbo.

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri (Ansa)

L’impressione che ha dato il nostro Paese è stata quello del lassismo rispetto alle regole. Così interveniamo con efficacia. Il segnale dato può essere un deterrente per chi vuole venire in Italia e devastare aree protette organizzando manifestazioni illegali“, conclude.

Intanto sono stati posti i sigilli al capannone industriale di Modena dove si si erano ritrovati migliaia di giovani, provenienti anche dall’estero, per un rave party di Halloween. L’area è rimasta completamente vuota dopo il deflusso dei partecipanti : identificate in totale dalla polizia di Modena 1.383 persone e controllati 337 veicoli. Completate le operazioni di prima messa in sicurezza del capannone con saldatura degli accessi, transennamenti e bandellature.

Rave party. Reclusione da 3 a 6 anni

Confisca degli oggetti utilizzati durante l’occupazione, reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro. Queste le nuove norme penali per i rave party, introdotte dal decreto legge odierno, approvato in Cdm. Il decreto legge modifica l’articolo 633 del codice penale.

Soddisfazione è stata espressa da tutte le sigle sindacali  alle quali aderiscono gli agentid i polizia. “Bene il governo Meloni che introduce, su proposta del ministro dell’Interno Piantedosi, la fattispecie penale per contrastare i rave party che punisce gli organizzatori con la reclusione fino a 6 anni e consente la confisca dei mezzi e degli strumenti utilizzati” dice Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. “S’immette così dopo anni nell’ordinamento la piena efficace deterrente della sanzione penale per prevenire i rave party che per la loro pericolosità ledono l’incolumità pubblica“.

Le nuove misure rappresentano un segnale importante dello Stato nei confronti di tutti coloro che organizzano eventi di questo tipo” ha fatto eco Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp.

La vita dei giovani e dei giovanissimi che partecipano a queste iniziative illegali deve essere comunque tutelata – continua il rappresentante sindacale – ecco perché era assolutamente necessario farlo attraverso una normativa ad hoc che fungesse da deterrente specialmente per gli organizzatori. Sono misure che, come sindacato che opera in favore di donne e uomini della Polizia di Stato, aspettavamo e auspicavamo da anni: il vuoto legislativo a riguardo era troppo grande e molto spesso gli agenti si sono trovati a dover far fronte a questo tipo di iniziative senza che vi fosse una normativa chiara a riguardo“.

Il capannone pericolante

Mario Bompani, il proprietario dell’immobile dove si è svolto il rave party di Modena, spiega all’AGI di aver presentato denuncia per “occupazione abusiva di immobile domenica mattina“. “Ero fuori Modena e quando ho saputo cos’era successo. Le mie figlie si sono attivate per far sapere a chi di dovere che due anni fa a causa di una tromba d’aria erano caduti 4 pannelli e l’edificio era in condizioni pericolose“.

In passato, il capannone è stato destinato anche all’allevamento di tori e come deposito di granaglie, comunque sempre a uso agricolo. “Abbiamo cominciato dopo la tromba d’aria le procedure per renderlo idoneo a qualsiasi attività purché non a fine agricolo, anche il Comune non ci sta aiutando“. Il proprietario definisce il rave un episodio triste“. “Da cinque anni il capannone è stato abbandonato – prosegue – ed è stato oggetto di qualche saccheggio. In Italia non abbiamo le leggi che altrove vietano questi eventi. C’è qualcuno che ci guadagna a fare questo, perché devono subire tutti?“.