È caos nello stabilimento della Foxconn, in Cina, dopo le nuove restrizioni imposte dalle autorità a contrasto del Covid-19. Dopo l’esplosione di un focolaio nella fabbrica di Zhengzhou, principale società di assemblaggio degli iPhone in tutto il mondo, presto la società si troverà costretta a ridurre di circa il 30% la produzione mensile dello smartphone più famoso del pianeta. Si tratta di stime rese note da fonti interne raggiunte da Reuters. Un duro colpo per Apple, considerando che la fabbrica di Zhengzhou produce il 70% degli iPhone in commercio, che costituiscono il 45% delle entrate l’azienda di Cupertino. Il periodo, tra l’altro, è particolarmente intenso per la produzione, viste le imminenti festività natalizie e l’arrivo del Black Friday. Per compensare il deficit, la multinazionale californiana ha disposto l’aumento produttivo nella fabbrica della città di Shenzhen.

iPhone Cina, l’emergenza fa scoppiare il panico: è fuggi fuggi tra i dipendenti

Dalla metà di ottobre, Foxconn sta facendo i conti con centinaia di casi di Coronavirus. Le autorità di Zhengzhou sono corse ai ripari ordinando il lockdown del complesso della fabbrica: circa 200mila lavoratori dello stabilimento sono stati costretti a rimanere confinati nei loro dormitori. Tra i dipendenti è presto scoppiato il panico: come testimoniato sui social, decine di loro hanno organizzato una fuga di massa per evitare la quarantena. Portando con sé alcuni effetti personali, hanno scavalcato le recinzioni della fabbrica e sono tornati a casa, percorrendo anche diversi chilometri a piedi perché i mezzi pubblici hanno interrotto il loro servizio ordinario per evitare il diffondersi del virus.

iPhone Cina, come funziona il lockdown in fabbrica

Tra le restrizioni previste in Cina c’è anche quella del lockdown in fabbrica. Molte aziende, come ha fatto la stessa Foxconn, costringono praticamente i dipendenti a rimanere segregati negli stabilimenti, vivendo e lavorando al loro interno per mantenere intatto il processo produttivo fino al termine dell’emergenza. In questo modo, i lavoratori possono limitare i loro contatti con l’esterno e prevenire i contagi. Si tratta di un provvedimento comune in Cina già durante le prime fasi della pandemia.