Il Brasile volta dunque pagina e ritorna al passato: le elezioni hanno infatti incoronato Luis Inacio Lula da Silva, battuto al ballottaggio il presidente uscente Jair Bolsonaro.

Quest’ultimo si è rifiutato di commentare i risultati pubblicati dal Tribunale Superiore Elettorale, senza dunque riconoscere la vittoria del suo rivale. Le uniche dichiarazioni arrivano dalla sua stretta cerchia di collaboratori, i quali hanno fatto intuire che il clima è di grande sconforto e delusione.

Elezioni Brasile, distacco minimo tra i candidati

Mentre il mondo politico socialdemocratico plaude alla vittoria di Lula alle elezioni in Brasile, Bolsonaro prende atto dell’esito sfavorevole e si barrica dietro il silenzio degli sconfitti. Un ko che non può definirsi se non bruciante, dato il minimo distacco tra i due contendenti (50,9% per Lula, 49,1% per Bolsonaro – poco più di due milioni di voti), con il candidato uscente che ha rimontato quasi tutto il distacco accusato nel primo turno. Il leader del PL ha trascorso l’intero pomeriggio di ieri ad Alvorada con suo figlio Flavio, che è senatore ed è stato uno dei coordinatori della campagna elettorale

Un lunghissimo tira e molla durato tutta la notte, con il candidato di centrodestra che veniva dato in vantaggio nelle regioni ancora impegnate nello scrutinio dei voti. Mauro Cesar Cid, stretto collaboratore di Bolsonaro, ha avvertito i ministri del governo che il diretto interessato “è andato a dormire”, episodio confermato anche dal fatto che le luci nel palazzo presidenziale a Brasilia erano spente già alle 22 ora locale.

Da un punto di vista statistico è la prima volta dal 1997 che un presidente brasiliano non riesce a farsi rieleggere per il secondo mandato consecutivo. Precedentemente ci erano riusciti Fernando Henrique Cardoso, lo stesso Lula e Dilma Rousseff. Un motivo già valido per ritenere che ci siano tutte le condizioni affinché Bolsonaro possa essere un candidato credibile per il 2026.