Una piccola fiammella di speranza arriva dai dati Istat sull’andamento del Pil (Prodotto Interno Lordo) in Italia nel terzo trimestre del 2022: +0,5% rispetto al Q2. La speranza deriva dall’indicatore positivo, che sconfessa le recenti previsioni dell’Upb (Ufficio Parlamentare di Bilancio, stima -0,2%) e di Bloomberg, con quest’ultima che prevedeva una sostanziale stagnazione.

Molto buona la crescita annua: +2,6%, si tratta del settimo trimestre consecutivo in rialzo dopo il crollo causato dalla pandemia covid-19.

I dati completi Istat sul Pil italiano

Nella nota di commento, l’Istat sottolinea che “la fase espansiva del Pil prosegue, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno”. Da un punto di vista prettamente statistico, il terzo trimestre del 2022 ha calendarizzato tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2021.

Il terzo rialzo dell’anno porta la crescita acquisita per il 2022 (ossia la somma dei primi tre trimestri a cui si aggiunge la stima del Q4) al 3,9%. Nel Nadef (Nota di Aggiornamento sul Documento di Economia e Finanza) la stima per il 2022 si ferma a +3,3%. L’Istat illustra poi i dati qualitativi, sottolineando un calo della produzione nel settore agricolo e industriale controbilanciato da una ripresa dei servizi. Nella componente nazionale, ossia il rapporto tra esportazioni e importazioni, il saldo è invece negativo.

La notizia viene accolta favorevolmente dall’Unc, l’Unione dei consumatori. I dati sul Pil vengono definiti “superiori alle attese” e il merito viene ascritto ai colpi di coda del governo Draghi (“Lascia maggiori margini di manovra al governo Meloni per intervenire con misure forti contro il caro bollette”)

Il dato italiano è poi superiore a quello dell’Ue, pari a +0,2% (dati Eurostat). Solo alla Svezia, tra i Membri che hanno già diffuso i dati, fa meglio (+0,7%). Molto male la Lettonia, unico Paese dell’Eurozona che registra un calo su base annuale (-0,4%).