Ultime notizie pensioni ultima ora. Il governo di Giorgia Meloni lavora a un nuovo piano per le pensioni. Si pensa a un meccanismo per incentivare la permanenza al lavoro degli over 63, con un sistema di sgravi contributivi a favore del lavoratore, così da indurlo ad andare in pensione più tardi.
Ultime notizie pensioni ultima ora
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, dal Ministero Tesoro filtra una nuova ipotesi allo studio del governo per la nuova legge di Bilancio: un bonus per chi continua a lavorare anche oltre i 63 anni.
Da gennaio a settembre 2022, anche grazie all’introduzione di “Quota 102”, sono state più le pensioni di vecchiaia rispetto ai pensionamenti anticipati (207.789 contro 195.852) che avevano invece fatto segnare il primato lo scorso anno, trascinate da “Quota 100” che ha portato 294.728 persone a uscire dal mercato del lavoro prima del tempo (compresi i prepensionamenti) a fronte di 284.678 per il raggiungimento dei limiti d’età.
Quota 41, Quota 103
La Lega invece pensa ad una quota 41 magari da 61-62 anni: proposta su cui lavorano i tecnici del partito che ipotizzano di recuperare risorse – ha spiegato il leader Matteo Salvini – attraverso una revisione del reddito di cittadinanza, mettendo “un periodo di pausa”.
41 anni di contributi per tutti, come prevede la norma originaria. Ma con legato un limite di età per limitare la platea di chi realmente ne potrà beneficiare. Questa l’ultima idea sul tavolo del governo. E Salvini afferma che “Abbiamo simulato l’avvio di Quota 41 con 61 o 62 anni d’età, senza penalizzazioni”. Nel dettaglio, l’età minima per poter andare in pensione con quota 41 potrebbe essere 62 anni, diventando così una sorta di quota 103. In questo modo il costo della misura verrebbe ridotto.
Quota 102 flessibile
Quota 102 flessibile prevede il pensionamento tra i 61 e i 66 anni, con almeno 35 anni di contributi, purché la somma faccia comunque 102. Per questo si parla di un quota 102 ‘flessibile’. Finora, con quota 102, si andava in pensione solo con 64 anni più 38 di contributi, nella nuova versione sarebbe possibile anche con tutte le combinazioni fra 61 e 66 anni di età e fra 35 e 41 anni di contributi. Sarebbe una soluzione in grado di garantire una soluzione, di scongiurare il ritorno alla legge Fornero e di non compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.
Opzione uomo
Un’altra possibilità, citata dalla premier Meloni, prevede una stabilizzazione di Opzione donna, da aprire anche agli uomini sempre con il ricalcolo contributivo dell’assegno che riduce in media gli assegni del 20-25%. in particolare Opzione uomo avrebbe una soglia di età più alta (fra i 60 e i 62 anni). Contraria pero sia la CGIL di Landini che non apprezza la riduzione dell’assegno e anche il Presidente dell’INPS Tridico che ricorda che opzione donna viene scelta da una bassa percentuale delle donne che potrebbero richiederla, ma ha anche ricordato che è la sola via, vista la spesa di 365 miliardi nel solo 2021.