Una delle questioni più spinose che dovrà affrontare il governo di Giorgia Meloni è il caro bollette, problematica che da mesi grava sulle famiglie italiane: la premier annuncia che il suo esecutivo sta lavorando per trovare e attuare una soluzione il più presto possibile e presenta alcune possibilità da attuare. Domani si riunisce il Consiglio dei Ministri per discutere di Salute e Giustizia.

Giorgia Meloni: “Caro bollette? Priorità è accelerare diversificazione delle fonti di approvigionamento”

Tramite i suoi canali social – in particolare Facebook – Giorgia Meloni ha affrontato il problema del caro bollette. Nei suoi post la premier spiega come la ricerca di una soluzione al problema sia una delle priorità del suo governo, già al lavoro per aiutare le famiglie italiane, sempre più in difficoltà a fronteggiare l’aumento delle bollette e dei prezzi dell’energia:

“I costi delle bollette sono diventati insostenibili per milioni di famiglie e per molte imprese, giunte ormai a drammatiche decisioni come chiudere o licenziare i propri lavoratori. Il Governo è al lavoro per rafforzare le misure nazionali a sostegno di cittadini e attività, con l’obiettivo di far fronte a questa difficile situazione. La nostra priorità è mettere un argine al caro energia e alla speculazione, accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale. Gli italiani chiedono risposte immediate, e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere”

Domani Consiglio dei Ministri: sul tavolo Salute e Giustizia

Domani è convocato per le 12 il Consiglio dei Ministri, dove Giorgia Meloni dovrà affrontare i temi di Salute e Giustizia. Quest’ultimo è un argomento delicato, visto che Silvio Berlusconi è rimasto un po’ “scottato” dal fatto che il ministero sia andato a Carlo Nordio e non a Casellati, come si auspicava Forza Italia. Tuttavia, come spiega lui stesso, l’obiettivo del partito è andare avanti in linea con le idee della premier:

“Carlo Nordio è uno straordinario professionista. Condivido le sue posizioni sulla riforma della Giustizia, la priorità assoluta è la riduzione della durata dei processi. Il no al ministro della Giustizia ci ha deluso…ci è stato chiesto quali sarebbero stati i nostri ministri e noi abbiamo risposto: Tajani agli Esteri, Casellati alla Giustizia e Bernini all’Università. Poi si è parlato dei ministri senza portafoglio E io ero certo che ci fosse l’accordo. Ma nonostante questo il mio intervento per la fiducia al Senato ha garantito una partecipazione appassionata e leale a sostegno del governo per i prossimi cinque anni di lavoro”