Un’epidemia devastante quella che sta contagiando la City di Londra. Il posto dove ogni giorno milioni di azioni vengono smosse e barattate è sotto stress. La causa? “Il collasso dei mercati e i tagli delle banche” spiega al Guardian Richard Kingdon (42), il primo e (finora) unico assistente sociale della City.
Kingdon usa la sua esperienza per aiutare il sempre maggior numero di clienti che gli si rivolge negli ultimi mesi. Anche lui infatti ha bevuto per anni il velenoso cocktail e conosce a memoria le dinamiche delle due dipendenze. Da alcol e droghe pesanti era passato all’hooliganismo quasi senza accorgersene. Fino a terminare in una clinica psichiatrica a soli 26 anni (anche se il passaggio per gli stadi di calcio non è proprio obbligato). Studi recenti peraltro hanno dimostrato che alcol e cocaina sono strettamente legati poiché i ricettori cerebrali delle due sostanze sono talmente vicini che sono quasi un tutt’uno. Insomma, il passo verso l’abisso è breve. Soprattutto quando sono in tanti ad aiutarti per la discesa.
“I pusher non sono scomparsi solo perché ho smesso io – spiega Kingdon – qui in zona ci sono almeno 15/20 bar dove è possibile acquistare cocaina senza farsi beccare”. Di solito, la polvere bianca è indicata sul menù sotto forma di un vino vintage d’annata che, ovviamente, è fuori listino. È un modo in codice per segnalare che la cocaina c’è, costa 60 pound ed è pronta per l’uso.
A marzo il 47enne Anthony Alexander è stato arrestato per spaccio e condannato a tre anni e mezzo di carcere, a seguito di un raid di 30 poliziotti al Bar 9, Finsbury Square. “Una cosa inusuale – concorda Kingdon – che però dimostra che la droga c’è”.
In effetti, nel 2010, stando al rapporto annuale dell’Osservatorio UE sulle droghe, il Regno Unito è schizzato in testa alla classifica europea per consumatori di cocaina, un livello anche maggiore degli Stati Uniti dei “tempi d’oro (bianco)”. In tanti la usano per combattere lo stress prodotto dal trading. Altri ancora per rendere “meglio” al lavoro. Quasi come “drink & drive”. Con conseguenze simili. L’anno scorso Stephen Perkins, dopo aver armeggiato impropriamente con 7 milioni di barili di petrolio sotto effetto di droghe e alcol, è stato bandito dalla City per i prossimi cinque anni. Il suo cliente stava per perdere più di 5 milioni di euro. Un investimento sbagliato.
Federico Farcomeni