Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, è stato ospite di un’intervista al quotidiano Il Messaggero dove ha sintetizzato un primo giudizio sul governo Meloni: tra i provvedimenti più apprezzati quello sull’innalzamento del tetto al contante (“Serve abbassare il costo della moneta elettronica”), ma c’è molto da fare per contrastare il caro energia.

Serve infatti “dare una risposta comune all’emergenza energia e aumentare gli aiuti contro il caro bollette per famiglie e imprese”.

Sangalli (Confcommercio), caro energia va affrontato subito

Sì al tetto contante, parola del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il quale plaude all’avvio del governo di Giorgia Meloni e al suo piano di strategia a medio termine.

A cominciare dal caro energia, dove Sangalli sottolinea che “il richiamo del premier alla tempestività d’intervento ci trova pienamente d’accordo“. E’ dunque il momento che “le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo si traducano in meccanismi operativi”, che si inizi ad agire concretamente dopo mesi di trattative per giungere a una soluzione comune e condivisa. Sullo sfondo rimangono le grandi sfide del futuro a cui non si può rinunciare malgrado le difficoltà attuali: sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Un altro punto di convergenza riguarda il massiccio impiego di risorse sul caro energia, che Sangalli si augura siano durature: dal credito d’imposta alle imprese, all’abolizione dell’Iva su alcuni prodotti di largo consumo, all’abrogazione degli oneri generali di sistema fino alla riduzione delle accise sui carburanti. In linea generale, il leader di Confcommercio spinge affinché vengano “riproposte le misure emergenziali del periodo pandemico in materia di riduzione del capitale sociale e di sospensione degli ammortamenti”.

L’appello, in sintesi, è chiaro: “Costi dell’energia fuori controllo mettono a rischio chiusura circa 120 mila attività con una ricaduta sull’occupazione di circa 370 mila lavoratori“. E all’appello mancano comunque oltre 35 miliardi di consumi che non consentiranno all’economia di ritornare sui livelli pre pandemia registrati nel 2019.