Arrivano brutte notizie dalla guerra in Ucraina, dove torna al centro del dibattito il dossier sul grano in partenza dal Mar Nero. Solo qualche giorno fa, infatti, la Russia ha bloccato le partenze delle navi cargo dai porti ucraini sotto il suo controllo. Oggi, per esempio, non sono in programma spedizioni lungo la rotta europea e turca, ma al tempo stesso sono bloccate anche le esportazioni di fertilizzanti diretti soprattutto in Africa.
Dal versante Ue è intervenuto l’Alto rappresentante Josep Borrell, il quale ha sottolineato come la decisione assunta dal Cremlino “metta a rischio la principale rotta marittima di esportazione di cereali e fertilizzanti, necessari per affrontare la crisi alimentare globale causata dalla sua guerra contro l’Ucraina”. Si chiede pertanto di revocare la sospensione.
Guerra in Ucraina, violato l’accordo di Istanbul sul grano
Ritorna di stretta attualità tra i temi della guerra in Ucraina il dossier sul grano, nuovamente bloccato nei porti. Non è dunque bastato il Trattato di Istanbul firmato lo scorso 22 luglio, il Jcc (Centro di Coordinamento Congiunto) che supervisiona le operazioni fa sapere che non sono in programma spedizioni nelle prossime 24 ore.
La decisione russa è stata successivamente motivata affermando che l’area intorno al porto di Sebastopoli (in Crimea) è sottoposta a rischio di bombardamenti tramite droni, pertanto rimane in stallo per questioni di sicurezza. Comunicazioni che il Jcc ha prontamente trasmesso a Onu, Turchia e Ucraina.
Nel frattempo sono arrivate nuove dichiarazioni di Lavrov, il quale ha confermato che le disponibilità di Mosca ad aprire i negoziati rimangono “immutate”: tutto dipende dalle proposte che l’Occidente intende avanzare per ridurre le tensioni nell’area. Da Washington forti reazioni di condanna per quanto accaduto, con il presidente Joe Biden che ha definito la decisione del Cremlino “scandalosa”, confermando l’intenzione della Russia di usare il cibo come arma di ritorsione.