Nella notte NBA, oltre alla sconfitta dei Brooklyn Nets contro Indiana, Kyrie Irving deve sopportare anche le polemiche scatenate dopo il suo ultimo cinguettio su Twitter. Il playmaker, infatti, nelle scorse ore aveva postato il link di un film “Hebrews to Negroes: Wake Up Black America”, tratto da un libro del 2015 con idee anti-semite, che ha ovviamente scatenato le reazioni all’interno della lega. A partire da Joe Tsai, proprietario dei Nets, che ha chiesto un confronto privato con lui.
Ebbene, Irving ha risposto così:
È su una piattaforma pubblica. Ho fatto qualcosa di illegale? Ho fatto del male a qualcuno? Ho ferito qualcuno? Per caso ho detto che odio un gruppo specifico di persone? Quindi, al di fuori di tutti i giudizi che la gente ha dato su di me per il post, senza parlarne con me, io rispetto quello che Tsai ha detto, ma ha molto a che fare con l’orgoglio di avere origini africane. Ma non solo, anche di vivere da uomo di colore libero qui in America, conoscendo le complessità storiche che sono servite per arrivare a questo punto. Quindi io non ho intenzione di rinunciare a nulla in cui credo. Diventerò più forte perché non sono solo. Ho un intero esercito attorno a me.
NBA, Irving e il tweet che promuove un film basato su un libro antisemita
Quindi, Kyrie ha anche chiarito il post legato ad un video del famoso complottista Alex Jones:
Non appoggio la posizione di Alex Jones, la sua narrativa, il caso che ha avuto con Sandy Hook. Nessuno dei bambini o genitori meritavano di rivivere un trauma del genere. Non volevo essere sprezzante delle vite perse in quel tragico evento. Il mio era un post di Alex Jones che scrisse negli anni ’90 sulle società segrete occulte dell’America. E quello era vero. Quindi non sono un promoter di Alex Jones o altro. In realtà è esilarante perché tra tutte le cose che ho pubblicato quel giorno, quello è l’unico post che tutti hanno scelto di vedere. E fa capire il modo in cui il nostro mondo va e funziona. Non sono qui per lamentarmene, esisto e basta