C’è ancora un clima di shock dietro alla strage che ha colpito Seul (Corea del Sud) alla vigilia di Halloween. La capitale si era infatti addobbata a festa per celebrare la tradizionale ricorrenza di fine ottobre, tuttavia il quartiere di Itaewon si è trasformato in pochi istanti in una carneficina. Molte persone hanno cominciato a sentirsi male e si sono accasciate al suolo, da lì il fuggi fuggi generale che generato una calca mortale per decine di presenti.

L’ultimo bilancio, fornito direttamente dal presidente Yoon Suk-yeol, è drammatica: 153 vittime e 82 feriti. Si parla anche di più di 350 dispersi. Le prime testimonianze riportano alla mente un episodio noto alla cronaca italiana: quello di piazza San Carlo a Torino durante la finale di Champions League della Juventus nel 2017. Identiche sensazioni (“Era una battaglia tra chi cercava di entrare nel quartiere e chi cercava di uscire“), il panico che si diffonde a macchia d’olio (“C’erano ragazzi in lacrime, altri tremavano di paura”). La volontà di soccorrere chi cadeva o incespicava, vana speranza spezzata dagli spintoni e dalle grida di chi premeva per scappare.

Strage di Halloween a Seul, il cordoglio internazionale

Una settimana di lutto nazionale, questo il lungo cordoglio che la Corea del Sud tributerà alle vittime della strage all’Halloween Party di Seul. Ora è il momento del dolore e delle risposte, per capire cosa sia effettivamente accaduto e accertare le responsabilità.

Il presidente sudcoreano Yoon ha tenuto un discorso alla nazione, sottolineando l’apertura di un’indagine interna per capire se sono state adottate rispettare le necessarie misure di sicurezza. La priorità rimane dunque “determinare la causa dell’incidente e prevenire il ripetersi d’incidenti simili” che “non avrebbero dovuto verificarsi”. Poi ha assicurato che il governo di Seul si farà carico delle cure mediche per i feriti: convocata d’urgenza una riunione per stabilire l’iter operativo, in precedenza il capo di Stato ha visitato il luogo della tragedia:

È un disastro che non avrebbe dovuto accadere. La cosa più importante è determinare la causa dell’incidente e prevenire il ripetersi d’incidenti simili. Indagheremo a fondo sulle cause e apporteremo miglioramenti fondamentali in modo che tragedie simili non si ripetano in futuro.

Il cordoglio si è poi diffuso in tutto il mondo, con diversi leader internazionali che hanno mostrato la loro vicinanza al popolo sudcoreano. Tra i primi il presidente americano Joe Biden, il quale ha espresso solidarietà e condoglianze promettendo di fornire tutto l’aiuto necessario all’alleato asiatico:

Gli Stati Uniti sono vicini alla Corea del Sud in questo momento drammatico. La nostra alleanza non è mai stato più vibrante e vitale e i rapporti fra la nostra gente sono più forti che mai.

Xi Jinping, riconfermato da poco alla guida della Cina, si è definito “scioccato” manifestando anch’egli il suo omaggio alle vittime della strage:

A nome del governo e del popolo cinese, esprimo le mie profonde condoglianze alle vittime.

In attesa di conoscere il bilancio, durissimo, di una serata evidentemente difficile a Seul: i 350 dispersi rischiano di aggravare dati che danno già la dimensione di un disastro inaspettato.