A vincere il Premio Morrione 2022 per il giornalismo investigativo è stata l’inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, Alessandro Leone e Simone Manda, che ha indagato l’opacità della gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e le ripercussioni sui diritti basilari delle persone migranti.
Roberto Morrione e il premio a lui dedicato
Il Premio Morrione per il giornalismo investigativo è nato in ricordo del giornalista Roberto Morrione, scomparso a Roma nel 2011 dopo una vita dedicata al giornalismo. Nato nel 1941, Morrione ha lavorato in Rai dal 1962, prima collaborando con Enzo Biagi, poi con Brando Giordani ai Servizi Speciali del Telegiornale e a Tv 7. Dopo la riforma del 1975 al Tg1, è stato per molto tempo caporedattore cronaca, prima di spostarsi al Tg3 di Sandro Curzi, dove ha realizzato editoriali, servizi speciali sulla mafia, reportage e dirette dalla Spagna e dalla Francia. Nel 1999 è stato tra i fondatori di Rai News 24, il primo canale italiano di informazione continua e multimediale. In questo ambiente ha realizzato inchieste investigative di taglio internazionale, tra le quali quella sul fosforo bianco usato a Fallujiah e quella sulle armi segrete sperimentate in Iraq, che hanno fatto il giro del mondo. Dal 2006, lasciata la Rai per limiti d’età, si è impegnato nell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, realizzando la Fondazione Libera Informazione, che costituisce oggi un punto di riferimento dell’informazione antimafia in Italia. Il premio a lui dedicato, promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai, finanzia ogni anno la realizzazione di progetti di inchiesta giornalistica su temi rilevanti per la vita politica, sociale, economica e culturale dell’Italia e dell’Europa.
Premio Morrione 2022: i vincitori dell’undicesima edizione
Ad aggiudicarsi il Premio Morrione 2022, oltre che il Libera Giovani, assegnato dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto Beccari di Torino, sede del Premio, è stata l’inchiesta “Sulla loro pelle”, realizzata da Marika Ikonomu, Alessandro Leone e Simone Manda con il supporto di Sacha Biazzo, giornalista di Fanpage, sulla gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti. Un lavoro che, secondo la giuria, “dà voce agli ultimi con equilibrio e forza narrativa attraverso immagini e testimonianze con maturità professionale e attenzione al linguaggio visivo e narrativo. Un lavoro toccante, di attualità, sempre più necessario, che tiene accesa l’attenzione su un tema, quello dei Centri di Permanenza per i Rimpatri, veri e propri luoghi di detenzione di cui si parla sempre troppo poco”.
In finale erano arrivate anche la video inchiesta “Ipossia Montana” di Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione, che racconta i legami tra spopolamento dell’Appennino bolognese, mafie e fondi del PNRR; l’inchiesta multimediale “Scatole cinesi” di Margherita Capacci, Ludovica Meacci e Sofia Turati, sui tentativi di ingerenza del Partito comunista cinese in Italia; l’inchiesta video “Colpo di Lusso in Birmania” di Francesco Boscarol, Ludovica Iacovacci e Priscilla Ruggiero, sul commercio di teak e pietre preziose birmane che arrivano in Italia nonostante le sanzioni; e il radio-podcast “Sotto gli occhi di tutti” di Francesco Tedeschi, sulle connessioni tra lo sviluppo della chimica nazionale e l’inquinamento chimico in Piemonte.
Nel corso della cerimonia di assegnazione del Premio, premiato anche il fotografo Francesco Zizola, che ha ricevuto il Premio Baffo Rosso 2022. “Nella sua carriera ha abbracciato percorsi fotografici differenti sempre con l’intento tipico del lavoro giornalistico di indagare la realtà e riportarla nelle sue contraddizioni più profonde o a volte nella sua semplice manifestazione, che sia drammatica o sorprendente – si legge nella motivazione -. Un mondo raccontato con grande umanità e passione per il pianeta intero. La sua fotografia porta il segno di una scelta etica e professionale, e di un percorso di approfondimento, di inchiesta e di sperimentazione. In ogni suo scatto si trovano intuizione e accuratezza, sensibilità e profondità, tratti distintivi che sono divenuti negli anni esempio per giovani generazioni di reporter”.
Infine, la giornalista Chiara Cazzaniga ha ricevuto il riconoscimento “Testimone del Premio Roberto Morrione” per essere in grado di “illuminare gli angoli bui della cronaca senza mai abbandonare la passione per la verità, con una grande empatia e attenzione alla storia delle persone. Spinta da uno spirito investigativo tenace e scrupoloso e senza mai lasciare nulla al caso, il suo lavoro di inchiesta è stimolo concreto per i giovani che vogliono affrontare la carriera di giornalista. Una menzione speciale merita il suo lavoro investigativo svolto sul caso Alpi-Hrovatin che ha portato alla riapertura del processo e alla conseguente scarcerazione di Hashi Omar Hassan”. È già online, intanto, il bando per la dodicesima edizione: i progetti potranno essere presentati entro il 24 gennaio 2023.