Gèrard de Cortanze, il massimo biografo di Frida Kahlo, dopo la stesura del suo quinto libro, torna sulla figura della grande pittrice messicana e ci regala una prospettiva unica sulla sua vita, mentre a Parigi il Palais Galliera è consacrato alla sua arte e al suo lavoro, grazie alla mostra Frida Kahlo, au-delà des apparences, in cui è possibile vedere in che modo l’artista ha costruito la sua identità e in come la rappresentazione che lei stessa ha elaborato di sé ha influenzato ed ispirato artisti successivi, oltre a renderla un vero e proprio simbolo.

Qui su tag 24 vediamo in che modo la sua figura è stata letta in questo frangente e in che modo queste iniziative culturali hanno contribuito a diffondere la figura di un’artista importante nel panorama novecentesco.

Rivoluzionaria e decisa, Frida Kahlo emerge come una figura quanto mai affascinante ed eccentrica, capace di strappare, con la sua arte e la sua identità, il suo posto nella storia. Queste iniziative, dunque, non fanno altro che confermare la sua importanza nel patrimonio culturale contemporaneo e si pongono come fondamentali per diffondere e approfondire l’influenza di questa grande artista.

Frida Kahlo libro
L’ opera della pittrice messicana Frida Kahlo ( 1907 -1954) ”Le due Frida”

Frida Kahlo: Gèrard de Cortanze con il libro Viva Frida

Edito da JC Lattes, nella collezione Essais et documents, Viva Frida di Gèrard de Cortanze approfondisce ancora una volta la vita della grande artista, permettendo al lettore di entrare nella sua intimità, di vedere in che modo vestiva, quali gioielli sceglieva, come impostava le sue sessioni fotografiche; di scoprire che cosa significasse per lei la rivoluzione, il sangue, la morte, l’ospedale; di seguire i suoi passi e i suoi incontri con personaggi come Diego Rivera, Trotsky e Tina Modotti. Ogni aspetto del grande affresco della sua vita, allora, si presta a diventare specchio di un’arte di una terribile bellezza.

Frida Kahlo libro
Frida Khalo, Autoritratto con collana di spine, 1940

Il libro in questione, dunque, come scrive lo stesso autore, “non è né una biografia, né un saggio, né un romanzo, ma tutto questo allo stesso tempo. La prima immagine che mi viene in mente è quella di una serie di “tableaux vivants”. “

Ancora, l’autore descrive così la figura di Frida: “Orgogliosamente figlia della Rivoluzione, indossava abiti tradizionali messicani come segno indiscusso di appartenenza, adorava il fucsia e il profumo di Elsa Schiaparelli, Shocking. Sembra abbia fatto perdere la testa persino a Trotsky […] Frida era furiosamente assetata di vita, tutto per lei era dismisura e sfrenata intemperanza. Il cibo, il sesso, l’arte, la pittura, l’amore per il vino. Come Proust Frida Kahlo ha trasformato il suo dolore in creazione artistica, immortalando anche tutti quegli oggetti che più amava. Non solo gli abiti, ma anche i suoi trucchi, i corsetti che adorava dipingere. In un quadro poi ‘ritrasse’, segno di assoluta civetteria, gli orecchini che gli aveva donato Picasso.”

La mostra al Palais Galliera di Parigi: “al di là delle apparenze”

La mostra Frida Kahlo, au-delà des apparences, al Palais Galliera di Parigi, è iniziata il 15 settembre 2022 e si concluderà il 5 marzo del 2023: protagonista assoluta dell’evento è l’identità di Frida e il suo modo di rappresentarsi. Per la prima volta in Francia e in stretta collaborazione con il Museo Frida Kahlo, la mostra presenta più di 200 oggetti provenienti dalla Casa Azul, la casa in cui Frida è nata e cresciuta, tra indumenti, accessori, corrispondenza, cosmetici, medicinali e aiuti ortopedici.

E’, dunque, una lente fondamentale per conoscere meglio la sua vita, la sua quotidianità e il suo sguardo sul mondo, grazie alla quale si crea una narrativa visuale della sua vita.

La mostra dà anche uno speciale rilievo al rapporto di Frida con i surrealisti e all’ispirazione che la pittrice ha dato ai designers contemporanei come Alexander McQueen, Jean Paul Gaultier, Karl Lagerfeld per CHANEL, Riccardo Tisci per Givenchy, Maria Grazia Chiuri per Dior o Rei Kawakubo per Comme des Garçons.

La mostra è stata curata da Circe Henestrosa.