In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di News Corp, Ash Barty ha parlato del percorso che l’ha portata ad annunciare il ritiro dal tennis, svelando di non aver avuto alcun ripensamento a riguardo:
Vincere Wimbledon era l’unica cosa che volevo nella mia carriera. Da lì in poi mi sono detta: non sto perché sto ancora giocando, penso di aver finito. Gli ultimi sei/sette mesi della mia vita sono quello che ho sempre desiderato. Mi sono sposata (con Garry Kissick, ndr) e sono contenta di come sto vivendo in questo momento.
L’australiana, tra le altre cose, la prossima settimana pubblicherà il suo primo libro in cui ripercorrerà la sua splendida carriera da atleta. Il testo è intitolato “My Dream Time”.
Tennis, Ash Barty ed i problemi con il suo corpo
All’interno del libro anche pensieri e problemi che la stessa Barty ha dovuto affrontare durante la sua vita, a partire dal rapporto definito complicato con il suo corpo:
Durante la mia adolescenza non apprezzavo il mio corpo, avevo sempre paura di non essere all’altezza. Le altre giocatrici si cambiavano apertamente negli spogliatoi, mentre io mi spogliavo in privato. Inoltre odiavo l’impatto che l’allenamento aveva sul mio corpo e sulle mie abitudini. Con il tempo ho imparato a convivere con le mie imperfezioni e con questo libro voglio incoraggiare ragazzi e ragazze ad apprezzarsi per ciò che sono, accettando anche le insicurezze e i difetti.
Il momento del ritiro della Barty
L’ormai ex tennista aveva annunciato il suo ritiro lo scorso fine marzo con queste parole:
Ci stavo pensando da tanto tempo, e ho avuto momenti molto importanti nella mia carriera. La vittoria a Wimbledon lo scorso anno ha cambiato molto come persona e come atleta. Quando si lavora così tanto per un obiettivo, e Wimbledon era il mio vero obiettivo. Ci ho pensato molto dopo Wimbledon, ne ho parlato al mio team, ma sentivo che mancava qualcosa, che non ero completamente soddisfatta. Poi è arrivata la sfida dell’Australian Open, e credo che fosse la maniera più perfetta per celebrare il meraviglioso percorso della mia carriera tennistica. C’è stato un cambiamento di prospettiva in questa seconda parte della mia carriera. La mia felicità non dipendeva più dai risultati. Il successo, per come lo definisco io, è sapere di aver dato tutto quello che potevo dare. Sono soddisfatta, sono felice, so quanto lavoro è necessario per ottenere il meglio da noi stessi. L’ho detto diverse volte al mio team: non ho quella voglia, quella spinta che è necessaria per continuare a superarsi sempre di volta in volta. Fisicamente non ho più niente da dare, ho dato tutto al tennis, sono felice, e questo è il mio successo.