Papa Francesco ha incontrato i giovani dell’Azione Cattolica e, nel corso del suo intervento, li ha esortati a dare più ascolto e soccorrere chi chiede aiuto, abbandonando così la strada del menefreghismo, una piaga che sta prendendo sempre più piede nella società. Tra i presenti anche l’ex ministra Rosy Bindi.
Papa Francesco: “Ai giovani dico che il nostro motto è ‘mi interessa’, no ‘me ne frego'”
Nel corso del suo intervento con i giovani di Azione Cattolica, Papa Francesco chiede ai ragazzi di non lasciarsi contagiare dal menefreghismo dei nostri giorni, una piaga che cresce sempre di più, ma di aiutare e prestare ascolto alle richieste di chi ha bisogno di sostegno:
“La fraternità non si improvvisa. L’individualismo, la chiusura nel privato o in piccoli gruppetti contagiano anche le comunità cristiane. Bisogna reagire. Il nostro motto non è ‘me ne frego’, ma ‘mi interessa’”! Attenti perché la malattia del menefreghismo è più pericolosa di un cancro”
Bisogna ritrovare il senso di comunità che, con la pandemia, si è sempre più perso. Per questo motivo il Pontefice vede nelle parrocchie e nelle comunità parrocchiali dei punti di aggregazione dove combattere l’individualismo dei nostri tempi:
“Vi dico subito che apprezzo molto il fatto che a voi sta a cuore la parrocchia. Anche a me sta a cuore! Ma io sono di un’altra generazione. Sono nato e cresciuto in un contesto sociale ed ecclesiale diverso, quando la parrocchia – con il suo parroco – era un punto di riferimento centrale per la vita della gente: la Messa domenicale, la catechesi, i sacramenti…mentre la realtà socio-culturale in cui vivete è molto cambiata; già da tempo – prima in altri Paesi, poi anche in Italia – la missione della Chiesa è stata ripensata, in particolare la parrocchia. In tutto questo, rimane una cosa essenziale: per noi, per me e per voi, per il nostro cammino di fede e di crescita, l’esperienza parrocchiale è stata ed è importante, insostituibile perché è l’ambiente ‘normale’ dove abbiamo imparato ad ascoltare il Vangelo, a conoscere il Signore Gesù, ad offrire un servizio con gratuità, a pregare in comunità, a condividere progetti e iniziative, a sentirci parte del popolo santo di Dio”
L’amore per la Chiesa come punto d’incontro tra due generazioni
L’interesse a mantener viva la parrocchia e l’amore della Chiesa deve essere il punto d’incontro tra la nuova e vecchia generazione, come prosegue Papa Francesco nel suo discorso ai ragazzi presenti:
“Cari giovani, siamo di generazioni diverse, ma abbiamo in comune l’amore per la Chiesa e la passione per la parrocchia, che è la Chiesa in mezzo alle case, in mezzo al popolo. E sulla base di questa passione vorrei condividere con voi alcune sottolineature, cercando di sintonizzarmi con il vostro cammino e il vostro impegno. Anzitutto, voi volete contribuire a far crescere la Chiesa nella fraternità. Vi ringrazio! Su questo siamo perfettamente sintonizzati. Sì, ma come farlo? Prima di tutto, non spaventatevi se – come avete notato – nelle comunità vedete che è un po’ debole la dimensione comunitaria. E una cosa molto importante, ma non spaventatevi, perché si tratta di un dato sociale, che si è aggravato con la pandemia”
Il dovere dei giovani, tra cui quelli di Azione Cattolica, è reagire a questa ondata di individualismo che si è fatta più forte dopo il lockdown dovuto alla pandemia:
“Oggi, specialmente i giovani, sono estremamente diversi rispetto a 50 anni fa: non c’è più la voglia di fare riunioni, dibattiti, assemblee… Per un verso, è una cosa buona, anche per voi: l’Azione Cattolica non dev’essere una ‘Sessione’ Cattolica e la Chiesa non va avanti con le riunioni. Ma, per altro verso, l’individualismo, la chiusura nel privato o in piccoli gruppetti, la tendenza a relazionarsi “a distanza” contagiano anche le comunità cristiane. Se ci verifichiamo, siamo tutti un po’ influenzati da questa cultura. Dunque bisogna reagire, e anche voi potete farlo incominciando con un lavoro su voi stessi”
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