Perché la Juve è la squadra più tifata al sud? La dodicesima partita di serie A oggi ha proposto Lecce – Juventus. Per la cronaca è finita 1 a 0 per i bianconeri che sono stati supportati da molti tifosi. Nonostante le assenze erano parecchie lo stadio di Via del mare era strapieno. E lo era perché nel Salento arrivava l’amata Juventus.
In realtà questo fenomeno del soldout degli stadi non è soltanto circoscritto in quel di Lecce ma è in tutti gli stadi d’Italia che si ripete. Maggiormente si manifesta al sud dove la società bianconera è amatissima.
Guardando le stime più recenti, pubblicate dalla Gazzetta dello Sport che ha ripreso un’indagine demoscopica realizzata da StageUp e Ipsos, la Juventus è la squadra italiana più tifata, con oltre 8 milioni di sostenitori. La Juve è infatti la squadra che prevale in Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, oltre a Molise, Abruzzo, Marche e Umbria.
Perché la Juve è la più tifata al sud: la storia legata alla fiat
Tutto è legato alla storia, una storia riconducibile alla rinascita economica del nostro paese. Quando l’avvocato Gianni Agnelli nel 1947 divenne presidente della Juve, si ritrovò in competizione con Inter e Milan negli anni del “miracolo economico” italiano. In quel periodo si realizzò il fenomeno della più grande migrazione di massa mai verificatasi in Italia, infatti milioni di persone si spostarono dal Mezzogiorno, abbandonando i campi agricoli per andare a lavorare nelle fabbriche del Nord.
I nuovi residenti dell’area piemontese, cioè pugliesi, siciliani, calabresi, campani, lucani e sardi, trovarono molta ostilità nonché discriminazioni, e avrebbero comunque faticato a farsi accettare. Il Calcio, lo sport da sempre di tutti, divenne il veicolo attraverso il quale combattere l’emarginazione, il canale più immediato per integrarsi.
La Juventus, che fino a quel momento era sostenuta prevalentemente dalla borghesia torinese, divenne improvvisamente la squadra dei proletari immigrati. Ben presto la Juventus decise che fu il momento di dare un immagine che potesse risultare familiare ai tanti tifosi emigrati e inizio la propria campagna acquisti prelevando i talenti dal Sud.
Perchè la Juve è la squadra più tifata al sud: l’aneddoto sull’acquisto di Anastasi.
Tra i tanti calciatori che hanno vestito la maglia bianconera c’è il catanese Pietro Anastasi. Nel 1968 venne acquistato dal Varese nonostante egli fosse già promesso all’Inter. Il presidente del Varese Giovanni Borghi che era anche era il patron della Ignis, produceva il rivoluzionario frigorifero, e i compressori glieli forniva proprio la Fiat.
A quei tempi l’offerta non si poteva rifiutare, per di più il calciatore, come narra la storia, fu pure pagato con merce. Sta di fatto che dopo l’approdo in bianconero, Anastasi tra la fine degli anni Sessanta e inizio degli anni Settanta, divenne l’idolo indiscusso del popolo degli emigranti del Sud e la sua foto in maglia bianconera entrò prepotentemente nelle case torinesi di periferia come in quelle siciliane.
Come per Anastasi anche la foto del sardo Cuccureddu, del palermitano Furino e del leccese Causio, entrarono nelle case degli emigrati del sud. Il loro acquisto sancì una significativa rappresentanza meridionale nei 5 scudetti juventini degli anni Settanta che accrebbe la sempre maggiore simpatia dei tanti appassionati nel Mezzogiorno per la Juventus.
Il nome Juventus fece ben presto breccia nei cuori dei tanti meridionali anche perché, che non era quello di una città e non imponeva per forza di cose il campanilismo, anzi tutt’altro agevolò il processo di diffusione della popolarità bianconera.
Lecce feudo bianconero: Causio, Brio, Conte
Fu prima Causio, detto il Barone a correre con la maglietta bianconera. In 11 anni ha 6 campionati italiani, 1 coppa Italia e il primo trofeo europeo della Juve, la coppa Uefa del 1977. Ha fatto parte anche della spedizione azzurra nel mondiale di Spagna laureandosi campione del Mondo.
Un altro leccese di nascita, qualche anno più tardi vestì la magia bianconera a strisce verticali. Sergio Brio, anch’egli ha avuto una lunga militanza a Torino. Difensore centrale molto possente, il colpo di testa la sua arma migliore. Ha vinto praticamente tutto sotto la guida di Giovanni Trapattoni: 3 caoppa Italia, 4 campionati italiani, 1 coppa campioni, 1 coppa intercontinentale, 1 supercoppa europea, 1 coppa Uefa e 1 coppa delle coppe.
Infine Antonio Conte, 13 lunghi anni in bianconero, voluto da Trapattoni e da Boniperti. Centrocampista duttile, giocava sulla destra, sulla sinistra, centrale. Ha indossato anche la fascia da capitano, anche lui ha vinto praticamente tutto si in Italia che in Europa. Conte è stato anche allenatore della Juve di Andrea Agnelli che dopo Calciopoli aveva preso le redini in mano della società, insieme ai cugini proprietari Elkhan. Antonio Conte, dunque, sulla panchina della Juve ha vinto 3 scudetti consecutivi e 2 supercoppe italiane.
Nel Lecce c’è un ex, l’allenatore Marco Baroni che è tornato a parlare anche del suo passato sulla panchina della Juve Primavera. Ecco le sue dichiarazioni:
“L’esperienza alla guida della Primavera mi ha dato tanto. Lavorare in un top club è stato incredibile, ho potuto allargare la mia cultura di calcio. Sono stati due anni importantissimi, abbiamo anche vinto dopo cinque-sei anni di nulla. Ogni volta che ritrovo coloro che mi diedero quella opportunità son felice di ringraziarli”.