Nella mattinata di oggi, Sabato 29 Ottobre 2022, è emerso un audio contenente gli insulti ricevuti da alcuni medici specializzandi nel reparto di Neurologia di Perugia che sarebbero stati continuamente aggrediti verbalmente dalla loro professoressa.
Nella registrazione, della durata complessiva di ben 20 ore, sono inequivocabili gli insulti, spesso volgari e vessatori nei confronti degli studenti specializzandi.
Non solo, i futuri medici sarebbero stati anche obbligati ad essere presenti in corsia anche oltre il loro regolare orario di impiego. Un abuso di potere da parte dei professori, quest’oggi inchiodati dalla prova audio.
Il contributo sonoro è una inconfutabile prova a sostegno della contestazione mossa dall’Associazione liberi specializzandi alla direttrice della Scuola di specializzazione in Neurologia e del relativo reparto dell’ospedale di Perugia. Le registrazioni sarebbero infatti state inviate per denunciare l’accaduto a diverse cariche ed enti, tra cui il rettore dell’Ateneo, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, l’Ordine dei medici ma anche alla Procura della Repubblica e all’Ispettorato del lavoro.
La notizia delle precarie condizioni psicologiche in cui dovevano lavorare gli studenti specializzandi del reparto di Neurologia di Perugia era stata anticipata nelle scorse ore dal quotidiano “Corriere della Sera” e dal settimanale “L’Espresso”. Ma oggi la vicenda si arricchisce di un elemento ancor più prezioso: la prova delle accuse attraverso la registrazione audio.
Perugia Neurologia insulti specializzandi: i particolari contenuti nelle registrazioni
Secondo le informazioni raccolte, negli audio si sentirebbe in maniera chiara e distinta la voce della direttrice del reparto di Neurologia, Lucilla Parnetti, intenta ad insultare e vessare verbalmente i ragazzi, sottolineando a male parole ogni minimo loro errore.
La dottoressa non si sarebbe sottratta ad appellare gli studenti specializzandi con epiteti volgari ed offensivi. La donna avrebbe infatti attaccato continuamente con frasi denigratorie, sottolineando il basso quoziente intellettivo dei futuri medici. Una vera e propria azione psicologicamente provante che risulta lontana dagli intenti di insegnamento di un professore.
Gli studenti, stufi dei continui insulti gravi e delle estreme condizioni lavorative fuori orario, avrebbero quindi contattato Massimo Minerva, segretario dell’Associazione liberi specializzandi, che avrebbe consigliato loro di portare prove a dimostrazione delle accuse mosse.
Ed ecco che i ragazzi sono riusciti facilmente a registrare quanto accadeva nelle corsie durante le ore di lavoro, con un audio di circa 20 ore. Da esso l’associazione ha montato una sintesi di 7 minuti e 35 secondi in cui vengono condensati i comportamenti più gravi.
Nella nota che l’associazione ha divulgato si descrive come l’azione della dottoressa docente fosse provante al livello psicologico e davvero poco costruttivo a livello didattico:
“Un’antologia di insulti ed improperi che la professoressa somministra quotidianamente a coloro che lei avrebbe il dovere istituzionale di formare. Riteniamo questa pratica indegna di un Paese civile, in quanto lesiva della dignità degli specializzandi e nessuna ragione formativa e deontologica permette che la dignità delle persone venga lesa in tal modo.”
Negli audio si sente la donna scagliarsi ripetutamente contro gli studenti: “Siete mediocri, mediocri. Venite qui a fare finta, vi mettete il camice e a fare i camerieri”, “Te deficiente mi hai offeso personalmente e su questa cosa ne avrai segno all’esame”, “Ieri mi hai fatto imbestialire, sono uscita per non menarti”.
Ed ancora, quel”«Ci sarebbe stato da sparargli” riferito a uno specializzando o “Vieni a pulire i pavimenti? I vetri? Che vieni a fare. Prendi uno straccio e pulisci la corsia così sai quello che hai fatto”, “Vi faccio ripetere l’anno, siete quattro deficienti”, “Io vi segnalo, vi faccio ripetere un mese di specializzazione”. Il tutto condito da insulti, ad ascoltare l’audio, effettivamente non consoni al linguaggio da adottare in un percorso di formazione.
Le prove non si limitano agli insulti vessatori verbali o addirittura minacce di aggressione, ma anche alle costrizioni di ore di lavoro ben oltre il massimo.
Chi è la dottoressa accusata
La professoressa Lucilla Parnetti conta una lunga e prestigiosa carriera, annoverata anche come una delle top italian scientist e un curriculum di successo anche a livello accademico, con numerosi riconoscimenti sul piano didattico.
I colleghi l’hanno sempre definita una stacanovista ed un’esigente professionista sempre alla ricerca del massimo impegno da parte dei propri collaboratori. Modi ruvidi ma sempre rispettosi dei colleghi.
Sulla vicenda emersa, la professoressa Parnetti ha scelto al momento di restare in silenzio e di non rispondere ai tentativi di ottenere una sua versione dei fatti.
Inoltre, nonostante l’esposto sia stato comunicato anche al procuratore capo Raffaele Cantone, non risulta alcun fascicolo aperto a carico della professoressa.
Al momento, infatti, eventuali provvedimenti nei confronti della direttrice potranno essere solo di natura disciplinare.