Quando cambia l’ora legale? Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre. Si torna così all’ora solare, con le lancette dell’orologio che si spostano indietro di un’ora alle 3 del mattino, fino al 26 marzo. Ma c’è chi vuole che resti tutto l’anno e online sono state anche lanciate delle petizioni per chiedere che l’ora legale possa essere adottata in modo permanente, sia per motivi ambientali che economici.
Quando cambia l’ora legale e perché per alcuni dovrebbe essere mantenuta tutto l’anno
Quest’anno le lancette si sposteranno di un’ora indietro nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre. Si passa così dall’ora legale a quella solare, anche se per molti si tratta di una misura dispendiosa, sia in termini ambientali che economici. Diversi studi hanno infatti dimostrato che, mantenendo l’ora legale per tutto l’anno, si potrebbe risparmiare molto sui consumi dell’energia elettrica: un tema quanto mai attuale, visto anche il caro bollette conseguente all’acuirsi del conflitto russo-ucraino. Secondo i calcoli della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), il risparmio energetico derivante dall’adozione permanente dell’ora legale “consentirebbe di tagliare le emissioni inquinanti per un totale di 200mila tonnellate di anidride carbonica all’anno, con conseguenze positive sulla salute umana, oltre che risparmi economici dovuti alla riduzione della combustione di fonti fossili per illuminazione e riscaldamento”.
Si parla di circa due miliardi e mezzo di euro in meno. In effetti, l’ora legale, introdotta ufficialmente nel 1966, è stata pensata proprio per risparmiare, spostando le lancette di un’ora in avanti per poter sfruttare meglio la luce del sole durante il periodo estivo e quindi ridurre il consumo di elettricità. Tornare all’ora solare significa perdere un’ora di luce e quindi aumentare i consumi. Secondo Terna – la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica – nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha risparmiato circa 190 milioni di euro, perché dal 27 marzo (la data in cui si è passati dall’ora solare a quella legale) ha beneficiato di minori consumi, circa 420 milioni di kwh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150mila famiglie. Ma questo ha consentito anche una riduzione delle emissioni della Co2 in atmosfera.
Sono già 265mila le firme raccolte dalla Sima e da Consumerismo No Profit per chiedere il mantenimento dell’ora legale. “Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare – hanno dichiarato Alessandro Miani e Luigi Gabriele, presidenti dei due enti -. A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi”. Per ora la richiesta è che il Governo possa “trovare il modo di congelare per un mese il passaggio all’ora solare, dando così modo al gestore della rete elettrica di verificare sul campo il reale risparmio ottenibile in termini economici e ambientali”. Oltre al risparmio energetico, “che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l’anno basati sui dati Terna a oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023 – hanno spiegato – si aggiungerebbe infatti un taglio di emissioni climalteranti pari a 200mila tonnellate di Co2, equivalenti a quella assorbita piantando 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria”.