A soli due giorni dal ballottaggio delle elezioni, il Brasile ha assistito all’ultimo duello in tv tra Jair Bolsonaro e Luiz Inacio Lula da Silva. E se già in occasione del dibattito di due settimane fa, il primo storicamente trasmesso sul piccolo schermo, il confronto era stato schietto ma corretto, questa volta l’esigenza di avere la meglio sull’avversario ha prevalso portando le accuse reciproche a un livello inedito.

Per il candidato uscente, Bolsonaro, c’è da recuperare un deficit di consensi che si aggira tra il 5% e il 7% secondo i vari sondaggi rispetto al leader democratico. Al primo turno Lula ha battuto Bolsonaro con il 48,29% delle preferenze contro il 43,6%, mentre a livello nazionale il risultato è stato 48,43% a 43,2%.

Elezioni Brasile, Lula favorito su Bolsonaro

Elezioni in Brasile atto secondo: Jair Bolsonaro (PI) e Luiz Inacio Lula da Silva (PT) si sono sfidati nell’ultimo duello politico prima del voto potenziale di 150 milioni di brasiliani in programma nella giornata di domenica. Vediamo che cosa si sono detti nell’ultimo faccia e faccia.

Sempre nel rispetto del par condicio, Bolsonaro è stato il primo a iniziare la maratona con una promessa di grande impatto verso una categoria rappresentata da Lula, ossia quella dei lavoratori: una sua eventuale rielezione farebbe infatti aumentare il salario minimo a 1.400 reais (circa 265 euro). Una cifra probabilmente impensabile per noi europei in un Paese dove il tasso di povertà e di disoccupazione è particolarmente elevato. Lula ha ribattuto affermando che il salario minimo deve essere adattato sulla base dell’inflazione, che a settembre ha registrato +7,1% su base annua.

Lo stesso Lula, nella sua replica, si è concentrato sul posizionamento internazionale del Brasile (definito “più isolato di Cuba”) mentre Bolsonaro gli ricordava alcuni interscambi finanziari in altri Paesi durante il suo mandato:

Nessuno vuole parlare con il Brasile e nessun Paese vuole ricevere Bolsonaro. Siamo più isolati di Cuba

I due, tuttavia, hanno alzato presto la posta in palio, rivolgendosi al rivale con epiteti anche pesanti (Bolsonaro ha definito Lula un “ladro” ricordando gli scandali legati alla corruzione, mentre l’ex presidente lo ha definito “squilibrato” per la gestione della pandemia covid). Poi un passaggio di Bolsonaro sui rapporti con gli Stati Uniti e gli altri Paesi europei e quelli arabi, in cui ha sottolineato l’ottimo rapporto e la stima verso l’estero:

Stiamo avanzando nell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Il mondo arabo ci accoglie a braccia aperte. Di recente ho parlato con il presidente Biden. Stiamo andando molto bene nel mondo.

Gli analisti politici fanno fatica a tirare le somme di un confronto che non pare aver smosso granché nei numeri. Eppure, molti sostengono che alla fine abbia prevalso l’ideologia sui contenuti, con poche proposte per tirare fuori il Brasile dalle secche in cui è precipitato. Sicurezza massima da parte delle autorità in vista del voto di domenica, dal momento che Lula ha ricevuto minacce di morte in via telematica che invitavano Bolsonaro a tentare il golpe in caso di sconfitta. Un invito alla responsabilità è arrivato anche dal Papa.