Il 248° giorno della guerra tra Russia e Ucraina si apre con un invito dell’Onu a trovare un accordo sul tema del grano. Mentre ieri il presidente Zelensky e la nuova premier italiana Giorgia Meloni stabilivano un primo contatto telefonico importante, sul fronte russo non vi era accenno ad un arresto dal punto di vista militare.
Non a caso, da Mosca hanno fatto sapere di aver arruolato più di 82mila nuovi soldati pur senza addestramento; in quest’ottica il dato più significativo e forse preoccupato è relativo ai restanti 200mila che ancora risiedono nei campi, pronti alla chiamata alle armi. Un numero complessivo di 300mila soldati di cui, stando ai dati, solamente 13mila sarebbero volontari.
Guerra Russia-Ucraina, 248esimo giorno
Ecco le notizie aggiornate di oggi 29 ottobre 2022 sulla guerra Russia-Ucraina
Onu, l’invito di Gutierres all’accordo sul grano ucraino
Come anticipato, il tema caldo di giornata riguarda l’accordo sull’esportazione del grano ucraino fortemente cercato dall’Onu. Ad esprimere questa seria volontà da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è stato il portavoce del segretario generale dell’Onu Stephane Dujarric. Quest’ultimo ha infatti ricordato i termini di rinnovo di un contratto già in essere invitando tutti a continuare su questa linea:
La durata iniziale degli accordi è di 120 giorni. Possono essere prorogati automaticamente il 19 novembre se le parti non hanno obiezioni. Chiediamo a tutte le parti di fare ogni possibile sforzo per estendere l’intesa e attuare pienamente entrambe le parti, anche per aiutare a rimuovere gli ostacoli rimanenti all’esportazione di grano e fertilizzanti dalla Russia. Le Nazioni Unite sono pienamente impegnate a continuare a lavorare con le parti per raggiungere questo obiettivo. Non sottovalutiamo le sfide che dobbiamo affrontare, ma sappiamo che possono essere superate.
Le parole di Zelensky: “I russi vogliono isolare la regione di Kherson”
Nel frattempo, sul fronte bellico non si arrestano i botta e risposta tra Russia e Ucraina in una guerra combattuta anche sul fronte delle dichiarazioni. Da un lato, infatti, da Mosca continuano a sottolineare la violenza degli attacchi dell’esercito di Zelensky come segnalato da alcune fonti russe in riferimento alla controffensiva ucraina nelle regioni di Kreminna e Svatove.
Dall’altro lato, Volodymyr Zelensky ha illustrato le prossime mosse in campo bellico in particolare nella regione di Kherson:
La Russia sta trasformando la regione di Kherson in una zona di esclusione. Prima dell’arrivo di Mosca, questa regione, come tutte le altre in Ucraina, era del tutto normale e sicura, tutti i servizi sociali per le persone erano garantiti. La vita era garantita. Ora Mosca sta cercando di rendere la regione di Kherson una zona senza civiltà, senza le cose elementari disponibili nella maggior parte dei Paesi del mondo.
Infine, continuano le preoccupazioni sul tema energetico come comunicato dall’operatore Dtek tramite Facebook:
Nei prossimi giorni sono restrizioni elettriche senza precedenti a causa dei notevoli danni inflitti al sistema energetico del Paese dai recenti raid russi. Purtroppo, nei prossimi giorni verranno attuati tagli più pesanti e più lunghi.
Ambasciata russa a Washington: “Usa ritirino testata nucleari all’estero”
Nel frattempo, continua a preoccupare il tema relativo all’uso di armi nucleari e l’ambasciatore russo a Washington, Anatoli Antonov, ha voluto esortare gli Stati Uniti a ritirare le testate nucleari presenti negli altri Paesi:
In questo momento di tensioni e rischi aumentati, i Paesi nucleari hanno una responsabilità particolare per prevenire l’escalation. Per questo, torno a chiedere a Washington di riportare tutte le testate nucleari dispiegate all’estero in territorio nazionale, di eliminare le infrastrutture all’estero in cui sono immagazzinate e mantenute, e di rinunciare alla pratica delle simulazioni del loro impiego con forze di Paesi non nucleari nel quadro della missioni della Nato (come l’esercitazione in corso in questi giorni Steadfast Noon) che va contro i principi di base del Trattato di non proliferazione.