Il reddito di cittadinanza rimane una delle misure più discusse del paese. L’intenzione del nuovo governo sembra essere quella di procedere non all’abolazione, ma ad una rimodulazione. Nel dibattito interviene anche la Caritas, ai microfoni dell’AGI, per voce di un componente del gruppo nazionale delle Politiche sociali di Caritas Italia. Domenico Leggio la considera una misura necessaria, capace di fornire un aiuto concreto a chi deve fronteggiare la povertà. Nel dettaglio:
Il Reddito di cittadinanza ha una dotazione che nel 2020 è stata di oltre 8 miliardi di euro, stanziamento importante, più rilevante anche rispetto ad altri paesi. E il dato di fatto è che il Rdc ha consentito a tante persone di traghettare attraverso la situazione di stato di povertà. Non serve una misura nuova ma il Rdc deve essere riordinato. Il reddito ci cittadinanza – aggiunge – ha aiutato molti nuclei famigliari, ha dato un effettivo sostegno alla povertà assoluta, a persone e nuclei famigliari al di sotto soglia di povertà”, dice Leggio, ricordando che la soglia di povertà stabilita dall’Istat è di 1389 euro mensili per un nucleo di 4 persone”. “Vanno ripensate – aggiunge – le politiche attive del lavoro, ma non solo. In sostanza, l’intuizione del Rdc c’è stata, come elemento di contrasto alla povertà, nelle intenzioni: attorno c’è una equipe multidisciplinare, centro per l’impiego, il privato sociale, l’agenzia di formazione, il terzo settore privato. Le intenzioni erano buone”. C’è un ‘ma’: l’inserimento sociale e quello lavorativo “si sono inceppati davanti alle difficoltà delle aziende, in e post pandemia, e un sistema di incentivi reali alle imprese agevolerebbe da un lato le imprese stesse nella gestione del lavoro e dall’altro produrrebbero una reale creazione di posti di lavoro
In Italia il Reddito di cittadinanza ha aiutato 3,5 milioni di persone (1.600.000 famiglie) con una media di stanziamento di 552,83 euro mentre nel Ragusano le persone sono state 18.430 (con 8.028 nuclei famigliari) per una media di 556,18 euro percepiti, il dato più basso rispetto a tutta la Sicilia: sono dati Inps che si riferiscono al periodo aprile/giugno 2022.
Reddito di Cittadinanza, l’allarme della Caritas
Sono questi i numeri ed il contesto che spingono la Caritas a lanciare un’allarme di non rimozione del reddito di cittadinanza. Questo non vuol dire, spiega Leggio, che non si debba intervenire con l’intento di apportare delle migliori. Ad esempio:
È mancato un meccanismo efficace di verifica che ha sottratto risorse a chi ne aveva effettivamente bisogno o più bisogno. Riteniamo che la residenza da 10 anni in Italia e di due anni in uno stesso comune oltre ai parametri Isee vadano ripensati. Oppure il discorso legato all’ISEE: perchè l’indicatore della situazione economica equivalente, attuale, ad esempio, non è fedele come dato economico si basa su dati del 2021; chi già nel 2021 era sulla soglia della povertà, oggi potrebbe esserci già piombato; come Caritas auspichiamo un ISEE corrente
Altre considerazioni di Donenico Leggio riguardano il tema di chi, essendo precettore di reddito di cittadinanza, trova poi un lavoro:
Al momento chi percepisce il Rdc e trova lavoro, ha una decurtazione massiccia delllo stesso Rdc. Se percepisco 500 euro dal Rdc e trovo un lavoro da 100 euro, Il Rdc mi viene decurtato a 420 euro. La riflessione è questa. Ma se io lavorando alla fine percepisco 20 euro in più rispetto a quando non lavoravo, che interesse ho a lavorare? Se invece si pensasse come avviene in tutti gli altri paesi europei che hanno una misura simile ad erodere il Rdc gradualmente, ritengo si darebbe incentivo a lavorare e al contempo di libererebbero delle risorse da destinare ad altre persone. Una percentuale della popolazione non è in condizione di lavorare per molti motivi: invalidità, disagi mentali, fuoriuscita da dipendenze o recupero da reati commessi anche per estremi disagi. Le aziende chiedono efficientismo ed allora vanno definiti percorsi di inserimento socio-lavorativo che tengano conto delle loro capacità