Vincenzo Nibali lo ammette sinceramente: “Il mio erede ancora non c’è”, e traccia quali sono i profili da tenere d’occhio. Lo Squalo dello Stretto ha chiuso lo scorso ottobre la sua carriera da corridore, e a breve inizierà la sua avventura come consulente tecnico per il nuovo team creato insieme a Douglas Ryder, il cui nome è Q36.5. Ecco la sua intervista rilasciata al Messaggero.

Le parole di Nibali

Vincenzo Nibali inizia parlando apertamente di alcune fasi della sua carriera:

Sono tante le volte in cui avrei voluto partire a fari spenti per essere più libero mentalmente. Sapere di ricevere già una mezza critica se non riesci a raggiungere un certo risultato è destabilizzante. All’inizio mi arrabbiavo molto, poi ho capito che dovevo lasciarmi scivolare tutto addosso. Essere il ciclista italiano di riferimento mi ha fatto convivere con le critiche: le ho ricevute sempre, dai primi giorni dopo il mio passaggio da professionista fino alle ultime gare. A volte non è stato facile gestirle, soprattutto quelle un po’ ingiuste piovute tramite i social network, ma dopo un po’ impari a fare orecchie da mercante. Quando ti presenti al via di una gara sai bene dove puoi arrivare: alla fine, la cosa più bella, è vedere come gran parte dei tifosi mi abbia sempre offerto un supporto incondizionato.

Poi, l’ammissione sulla situazione ordierna del ciclismo italiano:

Purtroppo ad oggi non c’è un mio erede, dobbiamo attendere ancora un po’ di tempo. Ci sono tanti giovani che stanno emergendo: sono molto curioso di capire come evolverà Andrea Bagioli, che è un ragazzo molto interessante. Negli ultimi anni ho corso anche al fianco di due giovani come Giulio Ciccone e Antonio Tiberi, che in questa stagione ha raccolto qualche buon risultato. Bisogna vedere come maturerà, se come cronoman o come uomo da corse a tappe: in fondo ha solo 21 anni e dobbiamo dargli tempo. Ciccone invece lo conosciamo, è uno scalatore molto forte e un corridore coraggioso, ma a volte è un po’ nervoso. Spero riesca a trovare quel sottile equilibrio che gli possa permettere di avere continuità.

Continua con un commento sul Tour de France 2024, che partirà dall’Italia:

Mi sarebbe piaciuto essere a una partenza del Tour de France in Italia, perché non capita tutti i giorni, è qualcosa di raro. Le tappe sembrano davvero molto interessanti, con la partenza che toccherà prima la Toscana nel ricordo di Bartali e poi la Romagna, terra di Pantani, passando sulle strade di Coppi prima di arrivare in Francia. Penso sia una bellissima operazione sotto ogni punto di vista e mi dispiacerà molto non essere in gruppo.

Vincenzo Nibali ha poi concluso con un due parole sul suo percorso passato:

Il ciclismo mi ha dato tanta notorietà e grandissime soddisfazioni personali nel raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Anche se non erano facili, anche se davanti a tutti ho sempre mantenuto un profilo basso, nel mio cuore avevo dei sogni importanti: averli realizzati è stata la soddisfazione più grande.