Dopo Shell e Total anche Eni registra cifre record per quanto riguarda i dati contabili dei primi nove mesi del 2022: li elenca in una nota la società guidata da Claudio Descalzi. Spicca l’utile quadruplicato rispetto a un anno fa (cresciuto da 2,6 miliardi di euro agli attuali 10,8 miliardi), nonostante l’azienda produca sia meno petrolio (-12%) che gas (-2%). Effetto dato dei prezzi dell’energia a cui ormai siamo abituati a fare i conti.

Descalzi (Eni): “Abbiamo aumentato gli investimenti sul gas”

Claudio Descalzi, Ad di Eni, sottolinea l’andamento estremamente positivo a 360° del colosso energetico italiano, partecipato al 30% dal ministero del Tesoro. Numeri da capogiro che riguardano tutti i settori di competenza, dalle società che fanno capo a Eni fino alle partnership stipulate nei primi nove mesi dell’anno. Proprio i business internazionali sono stati il contraltare dei prezzi calanti del petrolio nell’ultimo trimestre.

Decisamente meno rosea la panoramica sul mercato domestico, quello italiano: qui la società perde un miliardo di euro a causa del pagamento della tassa sugli extraprofitti (che ammonta in totale a 1,4 miliardi). Nel comunicato, Descalzi sottolinea “il contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati” nel quale “Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali, portando avanti il percorso di decarbonizzazione”.

Successivamente arriva la notizia probabilmente più attesa: Descalzi comunica infatti che “già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo grazie alle maggiore riserve di Gnl (Gas Naturale Liquido). Proprio i maggiori investimenti nel settore dell’oro bianco in Africa (Algeria e Congo in particolare) consentiranno non solo di aumentare la quantità ma anche la percentuale di fonti rinnovabili nel portafoglio.

Descalzi: “Dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo”

In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati, Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione.

Già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo facendo leva sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i Paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business GNL. Nel trimestre abbiamo rafforzato ulteriormente la nostra posizione nella catena del valore del gas grazie all’esplorazione e alle operazioni di acquisizione degli asset gas di bp in Algeria e, nella fase midstream, della nave di liquefazione Tango FLNG per la valorizzazione del progetto gas in Congo. 

La nostra strategia di decarbonizzazione raggiunge nuovi traguardi fondamentali. Entro l’anno la capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude sarà raddoppiata superando i 2 GW. Il nostro business di Sustainable Mobility cresce in scala e dimensioni facendo leva su un modello innovativo di integrazione verticale con il nascente agri-business per la fornitura di materie prime sostenibili alle nostre bioraffinerie.

Abbiamo proseguito nella nostra strategia di creazione di veicoli geograficamente focalizzati, driver di crescita e di ritorni, di cui ultimo esempio è Azule, la neocostituita JV con bp per la valorizzazione degli asset angolani. Nel terzo trimestre, nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali. Nei nove mesi abbiamo integralmente coperto con l’autofinanziamento gli investimenti e i ritorni di cassa agli azionisti e siamo stati in grado di ridurre il leverage al livello di 0,11, quasi dimezzandolo rispetto alla fine dello scorso anno.