Mentre Russia e Stati Uniti cercano di raggiungere un’intesa sul progressivo disarmo nucleare, prosegue l’escalation di esercitazioni della Corea del Nord, impegnata a testare i propri missili balistici a corto raggio.
Il ministero della Difesa di Seul (Corea del Sud) ha riferito di aver rilevato i lanci nella regione di Changwon (Corea del Nord sud-orientale), a circa 100 chilometri dal confine del 38° parallelo. Rilevamenti che capitano mentre il Sud stava concludendo le sue esercitazioni di difesa annuali, giudicati dai “cugini” una provocazione meritevole di una risposta a tono.
Corea del Nord, 46 i missili totali a corto raggio esplosi
Corea del Nord ancora protagonista di esercitazioni con i missili a corto raggio nel Mare dell’Est, ne dà conferma la Difesa sudcoreana. Secondo i dati in possesso del JCS, organizzazione che riunisce i capi di Stato maggiore, i missili hanno viaggiato per circa 200 chilometri raggiungendo un’altezza di 20.
All’interno della nota si legge inoltre che “in preparazione alle future provocazioni nordcoreane, l’esercito sudcoreano manterrà una posizione ferma in stretta collaborazione con gli Stati Uniti“. Proprio Washington segue gli sviluppi e le novità tramite il comando indo-pacifico con sede alle Hawaii, sottolineando che al momento non c’è il rischio di una minaccia immediata per la sicurezza americana e degli alleati.
In ogni caso si fa davvero fatica a tenere conto del numero di missili che sono stati lanciati dall’inizio dell’anno da Pyongyang. Molte le esercitazioni balistiche in forma di ritorsione contro la Corea del Sud o gli americani, in totale sono 25 quelle complessive per complessivi 46 missili lanciati: un dato record per la regione dell’indo-pacifico. Tutto in assoluta violazione dei trattati delle Nazioni Unite.
La preoccupazione maggiore per il blocco occidentale è che il susseguirsi così ravvicinato delle esercitazioni conduca Kim Jong-un sempre più vicino alla meta, vale a dire la fabbricazione e l’uso dell’arma nucleare. Intanto, secondo il calendario, Seul e Washington daranno il via lunedì a un’esercitazione aerea congiunta di cinque giorni che coinvolgerà 240 aerei, inclusi caccia F-35 delle forze aeree di entrambi i paesi.