Succede a Firenze. Campionato provinciale Giovanissimi, categoria riservata ai ragazzi di età compresa tra 12 e 15 anni. Scendono in campo Affrico e Virtus Firenze. Finisce 31-0. E scoppiano le polemiche. Il quotidiano La Nazione si chiede: “E’ lecito infierire sugli avversari in una partita fra ragazzi? Quando bisogna fermarsi per non umiliare i rivali, una volta che la vittoria è sicura? E c’è un’etica da rispettare oltre a quella del divertimento? Domande che non sono nuove nel mondo dello sport ma interrogativi che ancora oggi fanno discutere, soprattutto nell’ambito del calcio giovanile”. 

L’allenatore della Virtus Firenze dice: “Abbiamo costruito la nostra squadra prendendo i ragazzi che le altre società avevano scartato dalle proprie rose. Il nostro è soprattutto un fine sociale per toglierli dalla strada e farli giocare con spirito di amicizia e di aggregazione. Francamente non capisco l’atteggiamento di alcuni avversari che potrebbero essere meno aggressivi nei nostri confronti vista la palese inferiorità che dimostriamo in campo”. E’ giusto infierire in casi come questo? Non sarebbe più giusto rallentare ed evitare l’umiliazione degli avversari? Che cosa dovrebbero fare gli allenatori in casi come questo?

L’etica sportiva non consente l’umiliazione dell’avversario

La Virtus Firenze non è nuova a sconfitte di queste dimensioni ma gli avversari, in questo caso la Settignanese, si sono comportati in maniera molto diversa. Sul 9-0 hanno cominciato a far girare la palla senza tirare in porta. Giusto fare così? 

Da ragazzino, capitano dell’Us Taverne d’Arbia, mi capitò di realizzare sei reti in un campionato di calcio a 7 contro una squadra nettamente inferiore, i Felini Marciano. Vincemmo 11-0. L’anno successivo ci serviva vincere una partita per conquistare il trofeo provinciale. Davanti ci trovammo ancora i Felini. Pensavamo di superarli facilmente ma erano diventati tigri. Pareggiammo e perdemmo il campionato. A buon intenditor poche parole.

Stefano Bisi