Tiene banco la questione dell’aumento del tetto all’utilizzo del contante, proposta di legge presentata due giorni fa dalla Lega e da Francesco Bagnai in particolare.
Al centro del dibattito non c’è solo la visione diversa e diametralmente opposta tra maggioranza e opposizione ma anche il dubbio se questo fosse davvero un elemento prioritario della nuova legislatura.
Tetto al contante, le dichiarazioni della maggioranza
In tal senso hanno un forte eco politico le parole pronunciate sul tetto al contante da Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera. Ospite di Myrta Merlino su La7, Mulé ha dichiarato che il tetto al contante “non è una priorità del governo” e per sostenere la sua tesi aggiunge che “Giorgia Meloni non ne ha nemmeno fatto menzione durante il suo discorso programmatico”.
Ma il ragionamento va persino oltre con il deputato che detta i tempi della pdl, suggerendo che “di tetto al contante se ne parlerà nella Legge di Stabilità del 2023” perché i “temi principali di oggi sono bollette e inflazione”.
Da Fratelli d’Italia c’è piena condivisione alla manovra. Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento, replica ai detrattori della misura asserendo che “l’abbassamento del tetto del contante è solo un grande business per chi gestisce la moneta elettronica” e che una prospettiva sarebbe stata di un futuro abbandono, in considerazione del progressivo calo del tetto negli ultimi anni.
Dal fronte della Lega, Matteo Salvini prova a deviare il discorso parlando di reddito di cittadinanza (altra misura che agita l’opposizione, soprattutto il M5s). Il vicepremier ha chiarito l’intenzione di “rivedere il reddito di cittadinanza (rdc) e tagliare sprechi e regali ai furbetti. Per il governatore veneto Luca Zaia tale misura è “musica” soprattutto in un’ottica orientata al turismo, asset fondamentale per le casse regionali.
Repliche dell’opposizione
Sugli scranni dell’opposizione continuano invece i tweet e le dichiarazioni di grande disapprovazione. Dal Partito Democratico Mauro Berruto parla di “degrado del senso civico” e di “disprezzo del pubblico a favore dell’individuale”. Anche il dem Antonio Misiani, più pacato nei toni, sottolinea come questa scelta sia “in totale controtendenza con quanto avviene nel resto d’Europa. Chiudendo il trittico del Nazareno, Francesco Boccia parla di “passo indietro e occhiolino agli evasori e alla criminalità organizzata”.
Con la casacca dei pentastellati è il leader Giuseppe Conte, autore delle recenti riduzioni, a esprimersi sul tema: per l’ex premier il nuovo governo lancia un messaggio molto chiaro a corrotti ed evasori del malaffare.