“Mio padre serial killer”: è questa la pesante accusa che una donna dell’Iowa avrebbe rivolto al padre, morto nel 2013 all’età di 75 anni. Secondo la 42enne, l’uomo avrebbe ucciso molte donne, costringendo lei e i suoi fratelli ad aiutarlo ad occultare i cadaveri. Se il racconto della donna fosse vero e la sua ricostruzione venisse confermata dalle indagini degli inquirenti, l’uomo, secondo quanto riportato dal settimanale statunitense Newsweek, potrebbe essere uno dei serial killer più prolifici della storia americana, con decine e decine dri vittime. Sul caso sta lavorando anche l’FBI.
“Mio padre serial killer”: lo sconvolgente racconto di una donna dell’Iowa
Il caso arriva dalla cittadina di Thurman, nello Stato americano dell’Iowa. Lucy Studey, 42 anni, ha raccontato alla polizia che suo padre avrebbe ucciso nell’arco di trent’anni tra le cinquanta e le settanta donne, soprattutto prostitute della zona, costringendo lei e i suoi fratelli ad aiutarlo ad occultare i cadaveri in un terreno di sua proprietà. Tra le vittime, stando al suo racconto, ci sarebbe anche una quindicenne scappata di casa. “Ci diceva semplicemente che dovevamo andare al pozzo e sapevo già cosa significava – ha confessato la donna -. Ogni volta che andavo lì o sulla collina (i luoghi dove si troverebbero i corpi, ndr), non pensavo che sarei tornata indietro. Ero convinta che mi avrebbe ucciso perché non sarei stata capace di tenere la bocca chiusa”.
Questo il racconto della donna, che ha anche aggiunto altri dettagli raccapriccianti: il padre avrebbe ucciso le sue vittime accoltellandole, sparando, ma soprattutto prendendole a calci, inveendo su di loro con frasi del tipo “te lo meritavi”. Molti di questi delitti si sarebbero consumati all’interno della roulette dove la famiglia viveva. “Io so dove sono seppelliti i corpi”, avrebbe aggiunto la donna, e gli inquirenti sono ora al lavoro per capire se la sua ricostruzione sia veritiera. Alle indagini si è intanto unito l’FBI. Il primo passaggio è stato condurre sui luoghi indicati dalla donna le unità cinofile, che sembrerebbero aver fiutato resti umani. Ma per scoprire se il racconto è vero si dovrà aspettare l’esito degli scavi.
Intanto la donna ha detto di aver raccontato per anni ad amici e conoscenti quello che accadeva tra le mura domestiche, senza tuttavia essere creduta. Anche la sorella Susan ha preso le distanze dalla sua testimonianza, smentendo la versione di Lucy. “Mio padre non era come lo ha fatto sembrare – riporta sempre il Newsweek -. Era severo, ma protettivo e amava i suoi figli… I padri severi non si trasformano in serial killer. Ho due anni più di Lucy, penso che saprei se mio padre fosse un serial killer. Non lo era, e voglio che il suo nome venga ripulito dalle accuse”. Ma a confermare o smentire ufficialmente la versione della donna saranno gli inquirenti.
Se la ricostruzione di Lucy fosse vera, l’uomo sarebbe uno dei serial killer americani più prolifici
Quello di serial killer più spietato della storia americana è un titolo che l’FBI ha riservato fino ad ora a Samuel Little, l’ex pugile che tra il 1970 e il 2005 avrebbe ucciso 93 persone, anche se è stato condannato “solo” per otto omicidi. Scomparso nel 2020, l’uomo è stato uno degli assassini più prolifici degli Stati Uniti, pur restando meno noto di altri criminali, come Theodor Bundy, John Wayne Gacy, Edmund Kemper e Jeffrey Dahmer, su cui recentemente è uscita anche una serie tv che ha scalato le classifiche di Netflix in tutto il mondo.