Rapina gioielliere Ercolano, assolto per legittima difesa. La Procura di Napoli aveva chiesto l’archiviazione e durante il dibattimento è arrivata l’assoluzione del gioielliere.

Rapina gioielliere Ercolano, assolto per legittima difesa

Il Tribunale di Napoli ha assolto il gioielliere Giuseppe Castaldo, che il 7 ottobre del 2015 uccise a colpi di pistola a Ercolano due rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone. Il giudice Antonia Napolitano Tafuri ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”. La Procura di Napoli aveva chiesto l’archiviazione e durante il dibattimento è arrivata l’assoluzione del gioielliere per una sentenza destinata a far discutere, quella emessa dalla Prima sezione penale del Tribunale di Napoli

La rapina

Era il 7 ottobre del 2015 quando il gioielliere aveva appena prelevato in banca cinquemila euro e si stava dirigendo verso il suo negozio, nel centralissimo corso Resina ad Ercolano, a pochi metri dai famosi Scavi. In strada i due banditi in scooter lo affiancarono con una pistola, che si dimostrò poi un giocattolo, e lo minacciarono di consegnare il tesoretto appena prelevato. Dopo aver ceduto il denaro, Castaldo estrasse la sua Beretta, calibro 9×21, regolarmente detenuta, e fece fuoco sui malviventi. Sei colpi andarono a segno, per Petrone e Tedeschi non ci fu nessuno scampo: uccisi sul colpo, sotto gli occhi atterriti dei passanti. Una reazione clamorosa, quella del commerciante, che nei mesi precedenti aveva subìto altre due rapine, e rinnovato da pochi giorni il porto d’armi. Castaldo venne indagato a piede libero per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa.
La vicenda all’epoca destò scalpore e polemiche e intervenne anche l’allora segretario della Lega Matteo Salvini, che spese parole a favore dell’imputato, con il caso riportò in auge soprattutto il tema della legittima difesa.

Gli altri rapinatori

Dalle indagini è emerso che, oltre ai due rapinatori uccisi, ce ne erano altri due, membri di una banda di professionisti, che furono identificati e arrestati in breve tempo. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati.

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