Tetto ai contanti. La proposta di legge per alzare a diecimila euro il tetto attualmente previsto a duemila euro è stata depositata dall’esponente leghista Alberto Bagnai e sostanzialmente avallata dal responsabile del programma di FdI, Giovanbattista Fazzolari. Sul tema Francesco Boccia, senatore del Pd, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Tetto ai contanti
Secondo Boccia “è antistorico alzare il tetto al contante”.
“Siamo nella società digitale e dire che avere mazzette di soldi in tasca è utile è una bugia e una falsificazione. La destra ancora una volta strizza l’occhio al sommerso che è una piaga italiana, che lentamente stava rientrando in un percorso culturale che in Italia è difficilissimo. Quando passammo alla fatturazione elettronica la stessa destra organizzò i picchetti e fece le barricate. Ora nessuno vorrebbe più tornare indietro sulla fatturazione elettronica. E’ sbagliato dire che ci sono altri Paesi, in qualche Paese c’è il tetto di 10mila ma non c’è il nero che c’è da noi. Se l’Italia ogni tanto innova e anticipa gli altri non è male. Io penso che nel mondo ideale che abbiamo davanti sia naturale l’utilizzo marginale dei contanti. E’ inutile nascondere che utilizzando le carte, che non devono costare, è tutto tracciato e se è tutto tracciato significa che paghiamo tutti le tasse. La Meloni ha detto che il combinato disposto dell’aumento del contante e il forfettario a 100mila euro (la cosiddetta flat tax incrementale) significa sancire un principio, che si può guadagnare di più facendo lavorare meno persone. Questo modo di concepire il fisco è il modo della Lega, la Meloni non ha voluto smentirlo e il risultato è sotto gli occhi di tutti: è un regalo agli evasori e il Paese anziché andare avanti torna indietro. Io penso che loro abbiano parlato ad una fetta di elettorato che pensano di essere più vicino a loro. Così si esalta l’usura e in alcuni contesti anche il racket. Con questa misura fanno festa gli strozzini. Noi ci opporremo”.