Decine di migliaia di persone, a 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini, si sono riuniti per rendere omaggio alla ragazza curda arrestata in Iran perché non indossava il velo in modo corretto. Le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco e usato anche gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti a Saqqez, nel Kurdistan iraniano.
Morte di Mahsa Amini, decine di manifestanti arrestati
La ong Hengaw, che si occupa delle violazioni dei diritti umani in Kurdistan, ha diffuso sui social le immagini delle persone in strada verso il cimitero nonostante i divieti del regime degli ayatollah. Anche l’agenzia iraniana Isna ha riferito che circa 10mila persone si sono radunate nel cimitero dove la ragazza è sepolta. Sarebbero decine le persone arrestate. In Iran il 40esimo giorno è quello della fine del lutto.
Nella zona l’accesso a internet è stato bloccato dalle autorità iraniane per motivi definiti di sicurezza. Il governo aveva deciso di chiudere le strade che portavano al cimitero per evitare manifestazioni di protesta. Secondo quanto riportato le persone che si sono messe in marcia a piedi avrebbero attaccato il governo con i loro slogan:
Siamo tutti Mahsa, hai lottato e lotteremo anche noi, Abbasso il dittatore, donne, vita, libertà.
Continuano le manifestazioni in tutto l’Iran
Dopo oltre un mese non si sono fermate le manifestazioni in tutto l’Iran per la morte della ragazza. Ci sono stati migliaia di arresti secondo le organizzazioni internazionali e altri giovani donne hanno perso la vita. Più di 200 i morti secondo la ong norvegese Hengaw. La BBC riporta le parole del governatore del Kurdistan Esmail Zarei Koosha che nega i disordini e anche che la strade siano state chiuse:
Il nemico e i suoi media stanno cercando di usare il 40esimo anniversario della morte di Mahsa Amini come un pretesto per causare nuove tensioni, ma la situazione nella provincia è completamente stabile