Processo a Harvey Weinstein: parole durissime del suo avvocato contro l’ipocrisia di Hollywood.
Processo a Harvey Weinstein, per l’avvocato “tutti a Hollywood usavano il sesso come merce di scambio”
Il processo a Harvey Weinstein entra nel vivo. Weinstein, uno dei produttori più potenti di Hollywood investito nel 2017 dalle accuse di violenza sessuale rivolte nei suoi confronti da numerose donne, ha già subito una condanna a New York nel 2020 a 23 anni di carcere e adesso deve fare i conti con un nuovo processo a Los Angeles, dove l’ex boss della Miramax dovrà difendersi dalle accuse di cinque donne che affermano di esser state violentate o molestate sessualmente tra il 2003 e il 2014. L’ex produttore si è dichiarato innocente rispetto alle accuse e il suo avvocato, nella sua arringa di apertura del processo, ha duramente attaccato il sistema hollywoodiano e la sua ipocrisia nei confronti del proprio assistito.
Cosa ha detto l’avvocato di Weinstein?
Mark Werksman, legale di Harvey Weinstein, si è rivolto alla giuria con un discorso destinato a far discutere e scatenare polemiche.
“Il caso contro il mio cliente evaporerà dopo il vostro attento esame, perché le prove che sono state portate sono basate su stati emotivi e non su dei fatti, perché le accusatrici erano consenzienti durante quegli incontri. Il sesso a Hollywood è sempre stata una merce di scambio. Lo facevano tutti, lui ma anche loro. Perché tutti volevano qualcosa da qualcun altro. Guardate il mio assistito: non è Brad Pitt o George Clooney. Credete davvero che queste bellissime donne abbiano fatto sesso con lui perché era attraente? Lo fecero perché aveva potere“.
Le accuse al MeToo
Werksman ha poi attaccato il movimento MeToo, sorto proprio per dare solidarietà e assistenza legale e psicologica alle donne vittime di violenze e abusi nell’industria del cinema.
“Un asteroide chiamato Movimento MeToo ha colpito con una tale ferocia che tutto è cambiato nel giro di una notte, e il signor Weinstein è stato l’epicentro di quel movimento. Le accusatrici, donne che giocavano volontariamente secondo quelle regole del passato, adesso verranno in quest’aula di tribunale dichiarando di esser state stuprate e aggredite sessualmente. Lo diranno perché devono mentire a se stesse, così da far sembrare una violenza quello che fecero allora consensualmente”.
Cosa dicono, invece, le vittime di Harvey Weinstein?
Nel corso del giudizio, hanno preso parola anche gli avvocati dell’accusa e alcune delle donne che hanno denunciato le violenze subite da Harvey Weinstein. Il quadro che emerge dalle loro testimonianze riecheggia le parole di altre attrici che, nel corso degli ultimi anni, hanno denunciato ‘comportamenti inappropriati’ messi in atto dagli uomini di Hollywood – basti pensare alle uscite recenti di Diane Kruger in merito al provino per il film Troy, dove venne trattata “come un pezzo di carne”, o a quelle di Charlize Theron contro un regista che la voleva “più sc***bile”.
Le donne hanno denunciato di esser state costrette a eseguire sesso orale contro la loro volontà, fino a rapporti completi cui l’ex produttore le avrebbe obbligate con la forza. Un contesto nel quale Weinstein ribadiva in continuazione la sua posizione di potere a Hollywood per indurle alla sottomissione e incutere loro timore, così da scongiurare eventuali denunce da parte loro.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.