Un cadavere di donna in avanzato stato di decomposizione è stato ritrovato nel pomeriggio di ieri, martedì 25 ottobre, in un casolare tra Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno: sarà il test del Dna a stabile se si tratta di Marzia Capezzuti, scomparsa proprio in quelle zone nel mese di giugno 2021. A dare l’annuncio del ritrovamento del corpo è stata su Twitter la trasmissione Chi l’ha visto, che sta seguendo il caso.

Massimo riserbo da parte della procura di Salerno, che indaga sulla vicenda. Ad oggi sono cinque le persone iscritte nel registro degli indagati, accusate di omicidio e occultamento di cadavere. 

La storia della scomparsa di Marzia Capezzuti

La scomparsa di Marzia Capezzuti risale a giugno 2021 da Pontecagnano Faiano (SA), dove la ragazza da Milano si era trasferita per andare a vivere assieme al suo compagno e alla famiglia della sorella di lui. Quando, nel 2019, il ragazzo è morto per cause non chiarite, Marzia è rimasta nella casa della sorella dell’uomo, Barbara, mantenendo contatti assai rari con i genitori Ciro e Laura, residenti a Milano. Come da loro stessi dichiarato a Chi l’ha visto, la ragazza li aveva contattati per l’ultima volta più di un anno fa, servendosi del cellulare della cognata, dato che non ne possedeva uno suo. In questa occasione Marzia aveva annunciato la sua gravidanza.

Anche dopo la scomparsa di Marzia Capezzuti, la famiglia del compagno, i Vacchiani, hanno continuato a riscuoterne la pensione di invalidità. Come si legge negli atti: “Nonostante Marza Capezzuti sia attualmente scomparsa ci sono, da parte dei componenti della famiglia Vacchiano, continue operazioni di prelievo della pensione d’invalidità della quale la 29enne beneficiava dal libretto di deposito che aveva aperto presso Poste Italiane“.

Le vessazioni

La Procura di Salerno indaga per omicidio e occultamento di cadavere. Secondo quanto denunciato da una persona coperta da anonimato, infatti, Marzia sarebbe stata vessata, segregata, barbaramente picchiata ed infine uccisa. Gli investigatori ritengono che le motivazioni sarebbero economiche, riconducibili alla pensione di ottocento euro che Marzia percepiva a titolo di invalidità.

“Il mio mondo si è sgretolato quando ho saputo che mia figlia veniva picchiata, segregata e tenuta in cantina, oltre a vedersi sottrarre l’intera pensione – ha dichiarato il padre della ragazza scomparsa Marzia Capezzuti -. Sia io che Laura (la madre della ragazza) eravamo ignari di queste persone. Avrei dovuto proteggere di più Marzia”.