All’udienza della catechesi di mercoledì, Papa Francesco rivolge il primo pensiero alla guerra con un focus sull’Ucraina e sul Congo.

L’appello del pontefice per il conflitto in Europa è di “continuare con la preghiera per la martoriata Ucraina affinché si trovi la strada di una pace duratura“. Su quanto invece sta accadendo in Repubblica Democratica del Congo, dove la guerra civile ha provocato nuove vittime tra cui una missionaria, il Papa ha rivolto l’analogo invito a pregare affinché cessi la violenza che da troppo tempo affligge quelle terra, deplorando quanto accaduto. Ecco l’intervento completo con cui il Santo Pontefice ha espresso la propria vicinanza alle vittime in Congo:

Assistiamo inorriditi agli eventi che continuano ad insanguinare la Repubblica Democratica del Congo. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile assalto avvenuto nel Nord Kivu, dove sono state uccise persone inermi, tra cui una religiosa impegnata nell’assistenza sanitaria. Preghiamo per le vittime e i loro familiari, come pure per la comunità cristiana e gli abitanti di quella regione, da troppo tempo stremati per la violenza.

Papa Francesco rivolge anche un pensiero l’Ucraina e il Congo

Udienza della catechesi di mercoledì per Papa Francesco, che sceglie il tema della “desolazione“. Per il Pontefice si tratta di un sentimento di cui non bisogna vergognarsi e avere fretta di sbarazzarsene. Poi riprende le parole di Sant’Ignazio di Loyola, che descrive la desolazione come “oscurità dell’anima, inquietudine dovuta ad agitazioni e tentazioni”. Sull’Ucraina:

E non dimentichiamo di pregare, e di continuare con la preghiera, per la martoriata Ucraina. Il Signore protegga quella gente e ci porti tutti su una strada di una pace duratura. Raccomando in modo speciale la recita del santo Rosario; questa semplice e suggestiva preghiera mariana indichi a ciascuno la strada per seguire Cristo con fiducia e generosità.

Il capo della Santa Sede sottolinea in seguito come non si possa sfuggire da tale valore, anche se ovviamente tutti noi cerchiamo di evitarlo quanto più a lungo possibile. Ecco dunque che Bergoglio evidenzia gli aspetti positivi di una vita in cui la desolazione e la tristezza si mischiano alla vita perfetta, quella ricca di gioia e appagamento personale: da un rimorso può germogliare un cambiamento positivo (qui il Papa cita “I Promessi Sposi”).

Il segreto risiede dunque nell’abilità di saper leggere e interpretare la tristezza, capire cosa essa rappresenterà per il nostro futuro. Perché tendiamo a considerarla unicamente con accezione negativa e non come un campanello d’allarme per la nostra coscienza? Tale è l’interpretazione data da San Tommaso, secondo cui la desolazione è protezione dal male verso se stessi e verso gli altri e che ignorarla sarebbe grave e pericoloso.

In sintesi, la desolazione è lo strumento che ci consente di concludere qualcosa nella nostra vita, che sia il sentiero della Fede o qualsiasi strada abbiamo intrapreso (il Pontefice cita il matrimonio). E bisognerà avere pazienza poiché solo il tempo sarà la bilancia che consentirà di valutare la bontà delle nostre scelte. Attraversare solitudine e desolazione con apertura e consapevolezza, è la via principale per uscirne rafforzati sotto l’aspetto umano e spirituale.