Tra i punti affrontati nel suo discorso, Meloni si è soffermata sulla strategia adottata per contrastare l‘epidemia anti-covid durante la legislatura di Roberto Speranza, definite “le più restrittive” ma al contempo quelle che hanno fatto registrare i più alti dati mortalità a livello mondiale: parole che non lasciano indifferente chi è da poco sceso in politica, come il microbiologo Andrea Crisanti.

Il parlamentare eletto tra le fila del Pd attacca duramente la neo premier e la gestione della pandemia nelle regioni del centrodestra, definendole “negazioniste e liberticide” ed etichettando come “smemorata” Meloni stessa.

Scontro Crisanti-Meloni sul covid-19

In un’intervista rilasciata a La Stampa, il microbiologo e senatore Andrea Crisanti attacca senza mezzi termini il discorso pronunciato da Giorgia Meloni alla Camera sulla gestione della pandemia da covid-19 dei precedenti governi.

Nelle cinque colonne oggi in edicola, l’ex direttore di Malattie Infettive all’ospedale di Padova ricostruisce tutti gli errori commessi dal centrodestra sulla pandemia, a cominciare dalle drammatiche immagini (e dai numeri dei decessi) che hanno travolto la Lombardia nella prima ondata. Crisanti rimarca come la Regione abbia pagato la scelta di impostare la sanità esclusivamente sul ricorso alle strutture ospedaliere:

Mi sembrano parole prive di qualsiasi supporto scientifico pronunciate da una smemorata. Meloni dovrebbe ricordare che a fare disastri senza paragoni al mondo durante la prima ondata è stata proprio la regione Lombardia, amministrata dal centrodestra, che ha negato per parecchio tempo le pericolosità del virus e che negli anni ha costruito un modello di sanità centrato tutto sull’ospedale, lasciando sguarnito il territorio, che infatti non è riuscito a fare alcun filtro durante la prima ondata.

Successivamente, ricorda che le regioni amministrate dal centrodestra sono state coloro le quali hanno chiesto di evitare restrizioni ulteriori in presenza di vaccini e che senza una simile ostinazione si sarebbero potute evitare migliaia di vittime. Poi Crisanti porta l’esempio di Paesi che hanno adottato misure ancor più rigorose di quelle italiane (Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea) e di come l’impatto sulla curva dei decessi abbia funzionato in maniera tangibile:

Che il maggior numero di decessi lo dobbiamo alle regioni amministrate dal centrodestra che hanno sempre remato contro le misure restrittive. In Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea hanno avuto un numero bassissimo di morti perché hanno adottato misure più restrittive delle nostre. Altro che approccio fallimentare,

In sintesi, dalle sue parole emerge grande preoccupazione perché “significano che se mai ci dovessimo ritrovare in situazioni di necessità non verrebbero adottare le misure che servono“.

La replica di Speranza

Il primo a commentare le parole di Meloni in ordine cronologico è stato il protagonista indiretto della vicenda, ossia Roberto Speranza (deriso sui social poiché indossava la mascherina tra le fila della Camera). Difeso successivamente da Enrico Letta, che si è definito orgoglioso di averlo avuto come ministro della Salute, il leader di Articolo Uno ha ricordato come le parole di Meloni sul covid-19 siano solo mera propaganda per non perdere i consensi dei no-vax, aspetto su cui aveva già battuto in campagna elettorale.

Le parole di Meloni trovano invece alleati Matteo Bassetti, che ha chiesto l’eliminazione della quarantena per gli asintomatici, e un po’ a sorpresa anche Fabrizio Pregliasco (“Ma occhio ad eventuali evoluzioni poco piacevoli”).