Riforma pensioni 2023 ultima ora. Nelle dichiarazioni programmatiche in Parlamento, la neo premier Giorgia Meloni ha indicato a grandi linee i punti della manovra finanziaria. Poco spazio al tema delle pensioni, che comunque rimane prioritario ed urgente viste le scadenze.
Riforma pensioni 2023 ultima ora
Nell’immediato si punta a prorogare le misure esistenti: Ape social, Opzione donna, canale per i precoci, Quota 102. Al massimo si potrà introdurre Quota 41 a partire dai 60-61 anni. Ma intanto continua il pressing della Lega sulla versione ortodossa di Quota 41. A Fuori dal coro, il neo vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha affermato:
“Posso dire che i calcoli che stiamo facendo con i tecnici della Lega ci permettono di dire che può essere stoppata la legge Fornero, avviando quota 41 magari da 61-62 anni. E i soldi li prendi rivedendo il reddito di cittadinanza, che ora è eterno, ma se metti un periodo di pausa recuperi le risorse”.
Come spiega il Sole 24 ore, al momento la strada più facilmente percorribile sarebbe quella di un’operazione in più tappe che nella fase iniziale (nel 2023) veda Quota 41 associata a un requisito anagrafico minimo: 61 o 62 anni. Si partirebbe dunque con una Quota 102 o 103 di fatto, seppure in versione rivista rispetto allo schema introdotto dal governo Draghi per il 2022 (uscite con 64 anni e 38 di contribuzione), che si esaurirà tra poco più di due mesi.
Giovani
Giorgia Meloni ha parlato di pensioni anche in prospettiva. La priorità per il futuro sarà un sistema pensionistico “che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo”. E la questione è stata definita “una bomba sociale che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori, che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli già inadeguati che si percepiscono attualmente”.
Sindacati
La riforma delle pensioni non può non passare da un confronto con i sindacati. Sulle pensioni “stiamo chiedendo una riforma complessiva che sia in grado di affrontare l’insieme dei temi: non ci accontentiamo di qualche quota per vedere cosa succede a gennaio 2023, vogliamo che si affronti e si realizzi una riforma complessiva”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sulla questione da riprendere col nuovo governo, in vista della legge di Bilancio. Landini rimarca le proposte dei sindacati: costruire una pensione di garanzia per i giovani, dare la possibilità di uscire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, riconoscere la diversità tra lavori e una corsia per le donne. Landini ha sottolineato la necessità per il Governo di avviare un confronto con i sindacati. “Non è sufficiente – afferma – che ci informino di quello che vogliono fare. Noi stiamo chiedendo che le parti sociali e il sindacato siano coinvolte nelle decisioni che vengono prese”.