Prima giornata in Parlamento per la neo premier Giorgia Meloni, che questa mattina ha tenuto il primo discorso davanti alla Camera dei Deputati: dopo il lungo dibattito durato oltre quattro ore, il presidente del Consiglio ha tenuto la contro-replica e poi si è passati alle dichiarazioni di voto.
Camera, chi ha votato la sfiducia a Meloni
Il fronte del “no” alle dichiarazioni di voto per la sfiducia al governo di Giorgia Meloni è capitanato naturalmente dal centrosinistra
Benedetto Della Vedova (+Europa) ha dichiarato il voto contrario chiedendo alla premier maggiore chiarezza sulla posizione dell’Italia in Europa, ribadendo pieno sostegno sul dossier Ucraina.
Voto contrario anche da Luana Zanella (Alleanza Verdi-Sinistra Italiana), a cui è avanzata la richiesta di difesa e tutela dei diritti democratici (lgbtq, cannabis, crisi climatica ed energetica, riforma del lavoro, salario minimo, rdc). Infine invito alla pace in Ucraina e alla manifestazione programmata il prossimo 5 novembre.
Un “no” fatto di “leale opposizione” arriva anche dal Terzo Polo con Matteo Richetti (Azione), che a sua volta ha ricordato a Meloni le sue posizioni anti-europeiste in una vecchia proposta di legge. Poi focus sui rigassificatori, da fare assolutamente, sul caro energia per le imprese del made in Italy, sulla sanità territoriale e sull’atlantismo.
Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), sottolinea come i ruoli si siano invertiti rispetto alle scorse legislature (quando Meloni era all’opposizione del governo Conte). Ha poi ribadito come non si possa parlare di maggioranza assoluta dei cittadini, pur riconoscendo la legittimità della vittoria. Poi ha suggerito di procedere con “prudenza” pur apprezzando il carattere volitivo avuto durante il discorso. Infine, ha contestato l’assenza di risposte sulla crisi energetica e il fatto che non abbia mai parlato di “pace” per l’Ucraina.
I partiti che si sono astenuti
La prima a prendere facoltà di parola è stata Renata Gebhard (Gruppo Misto – Minoranze Linguistiche), che ha dichiarato l’astensione rimarcando la centralità delle autonomie pur rimanendo in attesa a creare un rapporto costruttivo.
La coalizione ha votato la fiducia
Maurizio Lupi (Maie – Noi Moderati), al centro di rumor per la mancata assegnazione di ruoli chiave nell’attuale legislatura, ha confermato la fiducia.
Alessandro Cattaneo (Forza Italia), sottolinea il cambiamento politico dopo 14 anni voluto fortemente dai cittadini italiani con una coalizione “unità, coesa e leale”, in cui FI è dentro convintamente grazie ai suoi valori moderati, garantisti, europeisti e liberali. Poi un augurio a un presidente “capace, una donna all’altezza del ruolo”. Torna dunque la “buona politica” e finisce il tempo dell’incompetenza e dell’improvvisazione. All’opposizione l’appello a un dialogo costruttivo in un momento storico drammatico.
Riccardo Molinari (Lega), ha ribadito che la nuova legislatura ha scacciato definitivamente l’anti-politica che è alla base dell’indifferenza della cittadinanza manifestata all’ultima tornata elettorale. Poi ha sottolineato la matrice territoriale del Carroccio.